Matteo Salvini leader non per caso. Il Partito Democratico? Riparta da Calenda

Quindi la Lega Lombarda continua a prendere consensi e, Matteo Salvini (il Salvinismo si contrasta anche tornando ad ascoltare la gente più che gridando al fascismo) si conferma leader non per caso. Aspetto questo invece capitato, appunto casualmente un anno fa a Gigi Di Maio, fu leader di un Movimento (improvvisato assai), quello dei 5 Stelle, attualmente in fase, per così dire di … “squagliamento”.
Questa Lega, con Forza Italia che tiene (Toti al posto di Silvio Berlusconi non sarebbe male) e i Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni in ascesa, ecco rappresenta in un certo senso la chiave di lettura più densa e veritiera delle Europee 2019. Si prospetta all’orizzonte un nuovo centrodestra di governo? Lo scopriremo vivendo.
Il Partito Democratico? Se è vero come dice il segretario Zingaretti (funziona al Sud e al Centro, al Nord vanno meglio Sala, Gori o Pisapia) che i “Dem” non hanno perso, mah d’altro canto, conti alla mano, manco hanno vinto. Quindi occhio ai fuochi di paglia e … soprattutto, stante la fibrillazione continua all’interno del Governo GialloVerde (Salvini ormai è il Re che può e deve regnare), ecco forse i Democratici dovrebbero iniziare a lanciare campagne d’ascolto nelle periferie, contenuti densi e … soprattutto, un leader moderno, progressista e … forte tipo Calenda, l’ex ministro che, con Salvini, Gori, Piaspia, Nardella, Giorgia Meloni, Decaro, Cirio, Salini e Toti, indubbiamente ha vinto alle ultime tornate elettorali.
Stefano Mauri