Nessuno chiede se ci si diverte, se ci sentiamo bene e liberi di scegliere, no?

Nessuno chiede se ci si diverte, se ci sentiamo bene e liberi di scegliere, no?

Post partita di basket giovanile o pallacanestro che dir si voglia in una palestra qualsiasi, ah come mancano i bei palasport dalle nostre parti, del Granducato del Tortello.

Ebbene ai bambini incacchiati perché hanno perso, (pure a queste latitudini come nel football ormai conta ahinoi soprattutto e soprattutti vincere) … udite, udite, genitori o parenti ecco ai pargoli tristi e indiavolati, stralunati, insistenti chiedono: <Come mai nessuno ti passa la palla?> – altri invece, magari distratti dall’ I Phone sempre in mano sulle gradinate o arrivati in ritardo, oppure perché non conoscono le regole osano chiedere: <Ma avete perso ancora? Manco un tempo diete riusciti a imporre il rusultato?>.

Nessuno purtroppo (o per fortuna, mah) chiede :<Ma ti sei divertito? Ti piace giocare? Ecco è verto avete perso, ma vi siete impegnati, comunque vi divertite>…

No, assolutamente no: non ci sono più le domande di una volta, del resto manco i giornalisti in tv nei talk show sanno più domandare toccando le corde giuste, ergo genitori e parenti, che vincano o perdano, ai congiunti pongono esclusivamente quesiti basati tassativamente (peggio di Equitalia nella fattispecie) sul risultato finale.

E … mentre tutto scorre, tanti (per fortuna non tutti) piccini si approcciano allo sport sostanzialmente indirizzati dai grandi: così si allenano svogliati, gareggiano sfiduciati e manco si divertono.

Già ma poi tanto chi se ne frega se nessuno osa chiedere loro: <Ma ti sei divertito? Ti piace quel che stai facendo?>. No … decisamente Nessuno chiede se ci si diverte, se ci sentiamo bene e liberi di scegliere.

Stefano Mauri

 

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