Ultimo intervento quello di Danilo Toninelli del Movimnento 5 Stelle.


Se non fossimo di fronte all’ennesima occupazione di poltrone, diremmo che la riforma sanitaria lombarda è totalmente inutile.
Ed invece la Lega sta serrando i ranghi per giungere ad una quanto più celere nomina della nuova governance della sanità lombarda.
Una governance verde Lega, ovviamente.
Potremmo dire che, escludendo le poltrone, si cambia tutto per non cambiare nulla, se non per le realtà locali più piccole, come quella di Crema.
E proprio di Crema vorremmo parlare.
Tutti avranno notato la levata di scudi bipartisan della politica locale, a partire dalla sindaca Bonaldi.
Giustissimo e doveroso difendere l’autonomia dell’azienda ospedaliera di Crema.
Il M5S lo farà in Consiglio Regionale con atti concreti, proponendo e votando emendamenti che la mantengano tale.
Lo stesso dicono di voler fare le altre forze politiche.
Qui però urgono delle precisazione che evidenziano pesanti contraddizioni.
Prima fra tutte la Lega che, dopo aver scritto e approvato questa riforma che toglie autonomia a Crema, scende in piazza, col consigliere Lena, a protestare. Una presa in giro che offende la dignità dei cremaschi.
Non sono certo esenti da colpe quelli del PD, con la sindaca Bonaldi in prima linea, che manifestano contro la riforma, ma si dimenticano che questi accorpamenti sono la conseguenza diretta della politica dei tagli che il loro Governo sta portando avanti.
Infatti, se il primo obiettivo di questa riforma sono le poltrone, il secondo è quello di operare qualche taglio, pochi e di facciata. Ma Crema è tra questi.
È sempre la stessa dinamica suicida: lo Stato centrale taglia fondi a Regioni e Comuni e questi tagliano i servizi fondamentali ai cittadini.
Per tutti questi motivi e soprattutto per la coerenza che ci contraddistingue, abbiamo deciso di non partecipare al presidio di venerdì 3 luglio, di fronte all’ospedale cremasco.
Ma siccome siamo dalla parte dei cittadini cremaschi, ribadendo che stiamo lavorando affinché in Regione venga modificata la riforma a vantaggio dell’autonomia di Crema, forniamo sin d’ora la nostra piena disponibilità a collaborare con le altre forze politiche, nel caso, purtroppo molto concreto, che ciò non avvenga.
L’obiettivo è quello di creare un piano B che possa mantenere quella di Crema una realtà sanitaria importante.
Ecco quindi che se la Asst (azienda socio sanitaria territoriale) fosse spostata a Cremona, si potrebbe ragionare di trasformare l’Azienda Ospedaliera di Crema in un’eccellenza in certi ambiti, che le siano solo propri e si differenzino da quelli di Cremona.

Un percorso di certo non facile e certamente non immediato, ma che, se attuato, manterrebbe
di pari dignità ed importanza gli ospedali di Crema e Cremona.
Serve però che la politica abbia una visione lungimirante, la visione propria dell’interesse dei
cittadini.
Unirsi nel loro interesse e non di quello delle poltrone, è il fine a cui dovrebbe ambire la
politica a tutti i livelli.
Ci aspettiamo una risposta positiva.

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