Parla l’ingegner Fabrizio Zorer, direttore del personale della Bosch di Offanengo: Attenti ai nostri collaboratori, dentro l’innovazione, flessibili e avanti per il futuro

Parla l’ingegner  Fabrizio Zorer, direttore del personale della Bosch di Offanengo: Attenti ai nostri collaboratori, dentro l’innovazione, flessibili e avanti per il futuro

L’ingegner Fabrizio Zorer è il responsabile delle risorse umane dello stabilimento Vhit del gruppo Bosch di Offanengo, azienda multinazionale (quartier generale a Stoccarda) che produce componenti automotive.

Importante, storica e per certi versi leggendaria (tutto partì tanti anni fa dai … mitici, avanguardistici “Servofreni Bonaldi”  rigorosamente Made in Crema, ndr) realtà industriale del territorio, la Vhit è oggi impegnata nella progettazione, produzione e vendita di pompe del vuoto e idrauliche. Ma dato che il futuro è alle porte, o meglio, è … adesso, la “volata”  tesa a intercettare nuovi mercati e soprattutto nuove produzioni rispondenti alle moderne tecnologie automotive, da quelle parti di Offanengo è … la ben impostata e avviata mission quotidiana del management e di tutti i collaboratori. Volentieri, con l’ingegner Zorer, capo del personale (per dirla all’antica) del polo metalmeccanico, importantissimo per la microeconomia cremasca (e non solo) abbiamo scambiato due chiacchiere.

Siete molto attivi per quanto riguarda le politiche di welfare verso i vostri collaboratori o sbaglio? Ecco cosa proponete e avete predisposto a tal proposito?

Il welfare aziendale, in altre parole l’insieme d’iniziative e servizi che l’azienda predispone a favore dei propri collaboratori ha visto un forte impulso in Italia grazie al nuovo quadro normativo introdotto dalle recenti leggi di stabilità del 2016 e del 2017: norme che favoriscono il privato a subentrare al welfare pubblico, con vantaggi fiscali tanto per l’azienda, quanto per il collaboratore. A tal proposito, lo scorso anno abbiamo attivato una piattaforma digitale ad hoc e siamo così potenzialmente in grado di offrire a tutti i nostri collaboratori un nutrito paniere di beni e servizi in natura che non concorrono a formare reddito da lavoro dipendente, ma aiutano il bilancio familiare. Ma se lei vuole sapere come miglioriamo la qualità della vita dei nostri collaboratori all’interno della struttura aziendale o come cerchiamo di favorire il bilanciamento tra vita privata e lavorativa, le voglio portare alcuni esempi concreti: abbiamo allargato la fascia di flessibilità in ingresso, uscita e pausa pranzo, per gli impiegati, abbiamo allestito una piccola palestra aziendale dove le persone hanno occasione di conoscersi e socializzare. E … non solo: alcuni collaboratori hanno infatti costituito un gruppo sportivo che utilizza le strutture aziendali per offrire ai dipendenti corsi di zumba, yoga e pilates durante le ore di flessibilità. Un’altra iniziativa interessante  è “Women at Bosch”: gruppo di collaboratrici volontariamente impegnate nel realizzare attività  di conciliazione vita privata e lavorativa per tutti i dipendenti, come per esempio il servizio vendita di frutta e verdura, ottima qualità,  proposto direttamente in azienda ogni lunedì, oppure la biblioteca aziendale.

Industria 4.0 come vi vede protagonisti?

Nel nostro settore realizziamo “L’Industry 4.0 o Smart Factory” combinandola nostra vocazione metalmeccanica con gli elementi abilitanti offerti dalle nuove tecnologie digitali e Internet.

Non voglio soffermarmi sull’aspetto tecnologico di questa quarta rivoluzione industriale, ma desidero evidenziare come il fattore critico per il successo di questa trasformazione sia legato al fattore umano. Non credo sia in discussione l’effetto dirompente delle tecnologie digitali sul nostro tessuto industriale, ma possiamo certamente affermare che le persone avranno un ruolo cruciale nel mappare e tracciare i futuri percorsi di successo da seguire.

Sarà possibile capitalizzare al massimo i nostri asset materiali e immateriali e combinarli con le nuove tecnologie digitali per realizzare nuovi processi produttivi, prodotti e nuovi modelli di business solo se riusciremo a far dialogare, in modo costruttivo, i nostri migliori talenti nei molteplici campi, vecchi e nuovi. A tal proposito evidenzio che quest’anno ha preso il via la seconda edizione del master Industry 4.0, frutto della collaborazione tra il Cefriel (Politecnico Milano) e la Scuola di Formazione del Gruppo Bosch Italia, rivolto ai migliori talenti delle università scientifiche italiane, con lo scopo di inserire nel gruppo nuovi e brillanti talenti.

È un mercato veloce, selettivo, difficile e già nel futuro quello dell’automotive. Vi aspettano sfide importanti per affrontare al meglio il domani?

Certamente. In una prospettiva di mercato queste sfide hanno un nome, si chiamano presenza globale, elettrificazione e connettività: vale a dire sviluppare e fornire a livello globale componenti per veicoli ibridi e/o ad alimentazione elettrica in grado di interconnettersi e fornire nuove funzionalità – e quindi valore  al sistema veicolo dei nostri clienti. In questo caso la sfida è di riuscire a capitalizzare nel medio-breve periodo gli investimenti fatti e preparare sin d’ora con i nostri clienti un percorso di convergenza tecnologica per quanto riguarda il medio lungo termine.

Siete al centro di continue visite da parte di scuole, università e imprenditori. Quanto è importante dialogare con l’esterno?

Il dialogo con l’esterno è fondamentale. In particolare attivare e poi implementare un processo di scambio con gli enti e le istituzioni che formano le professioni di domani, per noi rispecchia in pieno i valori aziendali del gruppo Bosch e della sua Fondazione, da sempre impegnata nel promuovere lo sviluppo fisico, psichico, morale e intellettuale di tutti i popoli. Queste collaborazioni hanno inoltre anche una valenza strategica per il nostro plant, pronto a formare e un domani ad accogliere risorse ben preparate.

Proprio recentemente abbiamo tenuto in azienda un incontro con i principali istituti scolastici superiori del territorio per programmare e strutturare l’esperienza di Alternanza Scuola Lavoro con un modello operativo comune a tutte le scuole e all’azienda. Il fine ultimo di questi sforzi è quello di creare un percorso di formazione e orientamento proficuo per i ragazzi.

Stefano Mauri

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