Pasquineide, ne buoni ne cattivi ma un uomo stritolato dal vortice di preghiera ed interessi

Questa settimana, vorrei non assegnare il premio al buono o al cattivo, ma vorrei eleggere a sicuro “personaggio” una delle figure più amate e più odiate della città negli ultimi vent’anni.
Il personaggio della settimana è sicuramente don Mauro Inzoli. Non si può non parlar di lui, dopo la definitiva sentenza, e in questo spazio non voglio prender posizioni su questo fatto. Ma vorrei porre l’accento sull’uomo e sul prete che per decenni ha fatto parlare e sparlare Crema, dividendo i cittadini in autentici “fanatici” del prete/uomo di successo ed in “incontenibili detrattori” spesso mossi più per ragioni di “credo” (religioso o politico) che per effettivi negativi riscontri.
Don Mauro è stato capace di creare attorno a se un movimento di persone (e di denaro) impressionante, di accendere i fari dell’assistenza ai bisognosi con opere reali, andando di persona in territori di guerra con aiuti umanitari, creando il banco alimentare, divenendo uno dei motori di quel movimento di Comunione e Liberazione che ha avuto un ruolo dominante nella politica locale e non, e nell’economia di una larga fetta del paese Italia.
Anche lui, è però stato stritolato da questo vortice di preghiera ed interesse, la dove è stato poco a poco perso il potere politico, si è visto diminuire anche il potere economico fino a toccare anche il potere carismatico di figure come quella di don Mauro.
È innegabile che a Crema sentiremo la sua mancanza, sia perché le messe della mattina a Santa Trinità sono sempre meno affollate, ma anche perché gente in molti hanno perso il “nemico” da combattere. Per quanto riguarda alle sue vicende giudiziarie (ecclesiali o civili) non credo sia questo nel il posto ne il momento di dibattere, oggi ci sono già troppi opinionisti.
Pasquino Cremasco