“Perché Sanremo è Sanremo?” è il titolo del libro, scritto dal Sanremologo, appassionato piacentino, Cristiano Mancin. Sabato 15 febbraio, giorno della finalissima del Festival, alle ore 17, a Piacenza, presso la Libreria internazionale Romagnosi, lo scrittore – libraio presenterà il suo saggio festivaliero: “L’idea di questo libro nasce da una conferenza sul Festival di Sanremo, tenutasi in passato, per raccontare la mia esperienza sanremese del 2020, quando, tra il 4 e l’8 febbraio di quell’anno ero all’Ariston per seguire il 70° Festival della Canzone Italiana, il primo condotto da Amadeus, con Fiorello scatenato mattatore. Dopo quell’esperienza, l’allora responsabile della biblioteca di Castelvetro Piacentino, il mio paese, mi chiese di preparare una serata per raccontare ciò che avevo vissuto in prima persona. E quella conferenza poi è diventata ‘Perché Sanremo è Sanremo’, il libro che sto presentando in questi giorni”.

Da quando sei appassionato alla kermesse festivaliera?

Fin da bambino ascoltavo i grandi classici. Quindi in casa, insieme alle canzoni di Cristina D’Avena, canticchiavo quelle di Little Tony e Gianni Morandi. Oggi nella mia collezione di dischi, dedicata perlopiù alla cosiddetta musica leggera italiana, ci sono tanti brani, Sanremo è una sezione importante di questa.

Oggi il rap all’Ariston va forte? Ti piace il genere?

Non è nelle mie corse, ma oggi l’Ariston ospita Tony Effe come una volta accoglieva i mitici Adriano Celentano e Mina. Sanremo fa sue tendenze e le ricrea.

 

Chi vincerà l’edizione 2025 ideata e condotta da Carlo Conti?

Vedo bene Giorgia. Ma occhio a Gabbani e Brunori Sas. Conti ha messo insieme un bel cast, seguendo l’impronta lasciata dalle cinque edizioni di Amadeus.

Dall’alto della tua appassionata esperienza, ci sono state annate, con la classifica sanremese finale, per così dire, “ispirata”, “condizionata” da poteri forti, voti telefonici o fattori esterni?

Mah … un caso particolare è quello del 1996, quando il bravissimo Ron trionfò e la band Elio e le storie tese si classificò, al secondo posto. Sussurri dicono che Elio praticamente aveva vinto e ci furono poi errori nei conteggi che ribaltarono la classifica finale. Mormorii, gossip, pettegolezzi e sussurri, appartengono alla storia, meravigliosa e unica, del Festival.

stefano mauri

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