Quando la squadra del gagettistan cambiò presidente ma in fondo in fondo…

Quando la squadra del gagettistan cambiò presidente ma in fondo in fondo…

Erano tempi duri per la squadra del Gagèttistan, un inverno rigido, ghiaccio sulle strade e la formazione cittadina che da tempo tentava di smarcarsi dalla sua posizione sub-provinciale per potersela giocare in un campionato più grande. Certo, a tutto questo non era di aiuto lo scontro al vertice dirigenziale della società sportiva, che vedeva infinite riunioni incentrate non sulle tattiche di gioco, non sulla preparazione delle prossime partite, ma su chi avrebbe dovuto guidare la squadra in vista dei playoff primaverili.

Sperando di arrivarci con ancora qualche tifoso sugli spalti a questi playoff, perché non si deve dimenticare che ai tifosi interessa vedere lo spettacolo in campo, non le beghe tra i due notabili cittadini che, troppo presi a rimirarsi l’ombelico, dimenticano che la fuori c’è un campionato da portare avanti. Lo scontro tra il vecchio azzeccaburgli (ex-presidente, non avvocato e pare nemmeno laureato) e il rampante consulente (nuovo presidente pare nemmeno ammirato) sembra essere ormai alle battute finali, al Bar Sport -latitando il gioco- tutti aspettano la nomina da un momento all’altro, gli umarells si dividono non tra chi sostiene un enrgico 3-5-2 a colpi di Campari schietto e chi preferisce un tranquillo 4-4-2 con uno spritz allungato, ma tra chi preferisce l’apparentemente bonario azzeccagarbugli all’apparentemente moderato consulente, mentre tra una briscola chiamata e una scivolata sul ghiaccio i giorni passano e di comunicazioni ufficiali nemmeno l’ombra.

Quand’ecco che, con un colpo a sorpresa, direttamente dalle pagine del giornalino parrocchiale, spunta la candidatura di un giovane commercialista, dalla carriera professionale ammanicata e che sembra anche capirne un po’ di pallone, si insinua di peso nella corsa al vertice avanzando col tradizionale passo dell’oca, senza dichiarare nessuna formazione ma con idee tattiche ben precise, o almeno precisamente copiaincollate dai vari manuali Panini che si deve essere letto nelle scorse notti. Ma proprio da dietro il bancone il vecchio barman, che ne ha viste e sentite tante dalla sua posizione all’ombra dei portici, infila sornione una nuova variabile nella discussione: sarà mica che quello non è il passo dell’oca di militare memoria, ma le movenze tipiche di chi si muove grazie ai fili legati a polsi e caviglie? E sarà mica che se seguiamo quei fili, arriviamo dritti dritti nello studio del vecchio azzeccagarbugli? Zona o Uomo? Centravanti fisso o falso nueve? Lanci lunghi o tiqui-taka? Macchè, Dividi et Impera, perché alla fine la palla è sempre rotonda e per vincere occorre sempre e solo fare un gol più degli altri, non chi segna.

Tranquillo Tarantasio

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