Quei caldi pruriti cremaschi, la doppia recensione del famigerato porno cremasco

Quei caldi pruriti cremaschi, la doppia recensione del famigerato porno cremasco

Sarà perché si sa sempre come vanno, per così dire a … finire, ecco sono sempre stato scettico dinanzi alla visione di un film pornografico. Non stavolta però, che la curiosità per vedere una Crema godereccia e hard era viva, peccato però che dopo nemmeno cinque minuti, il pathos sia venuto subito meno. Si perché “Pruriti Cremaschi”, filmato datato, tipico dei primi anni Duemila, presumibilmente girato in un appartamentino di qualche casermone anonimo di una qualsiasi periferia (Roma?) metropolitana italica, tra attrici (non troppo belle) rifatte, attori già in posizione artificialeretta ancor prima di iniziare, dialoghi doppiati e ridotti al minimo (non dovrebbe essere così tra coppie amatoriali vere), improbabili musichette di sottofondo, beh di artigianale e nostrano abbia probabilmente un gran poco. Non ci credete? Correte all’edicola cittadina della stazione e fatevi un’opinione per capire se la trama è … reale, oppure se ci si trova dinanzi all’ennesima, astuta operazione hardcommerciale. No?

Stefano Mauri

 

Ho appena finito di vedere Quei caldi pruriti cremaschi, il famigerato porno cremasco di cui tanto abbiamo parlato in questi giorni. Credo di non aver visto dagli anni ’90 un porno amatoriale fatto così male sotto tutti i punti di vista: immagini, audio, riprese, attori, scene. Non so da che parte iniziare a massacrarlo.

Intanto non c’è nessuna certezza che gli otto protagonisti siano attori cremaschi. Per più motivi. Le quattro scene iniziano giù con l’avvio del sesso senza le classiche interviste di inizio scena degli amatoriali, che sono la parte più interessante dove gli attori dichiarano la loro provenienza e dicono qualcosa della loro vita. E tutti lì a cercare di capire dove li hanno visti.

Per cui Crema e cremasco non vengono citati mai. Nè nei dialoghi né in altre parti del video. Anche il menù non riporta il titolo con cui il dvd è stato venduto in edicola ma solo il sottotitolo: Le porno sposine, tra parentesi stesso titolo di un hard uscito in altre città di provincia, basta cercare in rete per vedere. In questo caso a Nuoro. Ma i film distribuiti da questa casa di produzione escono tutti con questa modalità: edicole di provincia e promessa di attori locali.

Le interviste del regista però dovevano esserci nei filmati perché alla fine della seconda scena si sente la voce del cameramen iniziare a dire: “allora ragazzi vi site divertiti?”, subito sfumato da una musichina snervante usata in tutta l’ora e 13 minuti del film e da un imbarazzante dissolvenza a stella che neppure con i programmi di montaggio dei cellulari. La voce del regista tra parentesi la conosco, non ricordo il nome ma è uno che è stato molto attivo negli anni ’90 e prima dei film faceva delle interviste. Non è Alex della 100×100 ma è uno abbastanza noto nel mondo hard.

La musica, altro capitolo imbarazzante. La quarta scena è del tutto assente di audio, coperto per tutto il tempo dalla musica terribile. E chi ama gli hard sa che l’audio in presa diretta è una cosa fondamentale. Non che nelle altre tre scene l’audio sia fenomenale. Si alza e si abbassa facendo perdere quel poco di parole che vengono dette. Gli attori parlano molto poco se si escludono ansimi, misurati e di circostanza, e dei sì si si piuttosto falsi. Solo la donna della terza coppia azzarda qualche frase, ed ha un accento marcato veneto. L’audio ogni tanto è fuori sincrono, anche di quasi 1 secondo.

Le riprese sono in 4/3 e non in 16/9 oggi riprende in 16/9 e con una qualità migliore anche un cellulare. Gli ambienti sono anonimi. Simulano case private ma si vede solo un angolo. Letto o divano ricoperto da coperte, quadri molto dozzinali alle pareti. Solo la prima scena mostra un minimo di ambiente domestico credibile, tv in un angolo, comodino con pupazzetto.

Quattro scene, dicevamo, di una noiosità imbarazzante. Subito al sodo, ma con svogliatezza, classico pompino di apertura, poi via vaginale e venuta in faccia. Azzarda un anale la terza coppia, un cunnilingus la quarta. Fantasia zero. Trasporto poco, si si eccettua la terza coppia, la più brutta fisicamente ma la più credibile.

Le capigliature sono tutte dannatamente anni ’90, vedi il ragazzo della prima coppia con i capelli alla Roberto Baggio a Italia 90 e la ragazza della terza. Nulla di particolare nei fisici. Niente tettone, niente adoni. Pancia imbarazzante per il maschio della terza coppia, come detto. La ragazza dell’ultima coppia carina ma dannatamente plasticosa. L’assenza di audio non ci fa sentire le voci, i lineamenti sanno un po’ di ragazza slava.

Le riprese non valorizzano quel poco che potrebbe esserci. Classici piani stretti sugli organi genitali, anche questi erano caratteristici del modo di girare gli hard negli anni ’90. Adesso la riprese sono più larghe e ariose a vedere i corpi. I primi piani anatomici sono davvero fuori moda e fuori tempo. Montaggio lento. Mancano del tutti i particolari sui visi e i campi larghi che mostrano l’assieme dell’azione.

Sarà un porno fatto a Crema nei mesi scorsi, come assicura la produzione. Per me le riprese 4/3, abbigliamenti e capigliature, la qualità delle riprese e dell’audio ne fanno un prodotto che se è stato girato nel 2015 per emulare il pessimo mondo del porno anni ’90 dell’amatoriale pre riprese casalinghe fatte con mezzi a portata di tutti, ha centrato l’obiettivo. Statene lontani a meno che non stiate cercando un buon sonnifero.

Emanuele Mandelli

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