Antica Osteria del Cerreto ad Abbadia Cerreto (Lodi). Un ambiente che difficilmente troverete altrove, un angolo di paradiso per gourmet e buongustai nella pianura padana. Dove rifugiarsi al caldo, in un contesto di tono rustico ed elegante. In un borgo noto per l’abbazia cistercense e poi benedettina e popolato quasi da trecento anime. Mentre una rivendita di specialità alimentari con caffetteria è l’unico svago per i turisti oltre alle preghiere. Detto ciò, sarete ad appena un quarto d’ora d’auto da Lodi e da Cremona. Per sentirsi a casa lontano da casa. Tra arredi che invitano a ricordare e cucina di gran valore, aderente al territorio. Come un abito sartoriale. D’altronde questo è il regno, su due piani e in più stanze, di Stefano Scolari, chef e patron che pensa a tutto, dell’Antica Osteria del Cerreto, fondata con intuito e dalla sua famiglia 37 anni fa. Dove prima c’erano un bar, una macelleria e un sale e tabacchi. Così una volta entrati all’Osteria capirete la passione di Scolari, trasmessagli dal padre Domenico, per le moto. Ma vini e distillati, che pure fanno arredo, per lui non son da meno. Poi il vecchio pianoforte, i piatti del Buon Ricordo (di cui il locale fa parte) e tanti oggetti d’antan. E luci e lampade che assieme al resto fanno atmosfera. Quanto al menù, segnaliamo alcuni piatti e prodotti particolarmente apprezzati. Dunque la giardiniera del Cerreto (fatta in casa), il culatello di Spigaroli e il gorgonzola del Caseificio Croce di Casalpusterlengo. Dopodiché il risotto alla vecchia Lodi, i tagliolini al ragù di coniglio bianco,  la lombata di coniglio con pancetta e olive al balseto laudense (condimento dolce – acidulo a base di aceto di vino e mosto crudo di uve Trebbiano). E aggiungiamo la tortionata di Lodi in ricordo del pasticcere Carlo Tacchinardi che la creò nella prima metà dell’Ottocento. Sicché superlativa carta dei vini con oltre 300 etichette nazionali ed estere. Tra bianchi, rossi e bollicine. E più di 400 distillati dal mondo. Inoltre gli amari e certe rarità come la riserva del Rabarbaro Zucca, tanto per citarne una. Servizio di sala dinamico e gentile e caffè di gran livello e corretta estrazione da torrefazione Lombarda. Senza dimenticare il sous chef Preata Ionica, da lunga data al fianco di Scolari, e soprattutto Margherita Granata, mamma dello chef – patron ancora attiva e presente. E non ce ne voglia Federico Barbarossa se lo ricordiamo per ultimo. La sua anima aleggia ancora in questi territori da lui generati. Complimenti. Nelle foto Stefano Scolari.

Così postarono via social quelli che il Gran Premio Internazionale della Ristorazione!

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