Questi giovani che sbevazzano coi genitori su Facebook, Messanger o WhatsApp

Questi giovani che sbevazzano coi genitori su Facebook, Messanger o WhatsApp

Detto che non bisogna fare di ogni erba un fascio, che quello del genitore postmoderno è un mestieraccio e che, per fortuna esistono anche e ancora i bei genitori (e i bei figli) di una volta. Specificato che se un barista viene pescato in flagranza di reato mentre vende a minorenni bevande alcoliche o sigarette è giusto sia punito. Ecco ribadito tutto questo, bisogna fare un pochino di attenzione nel dare la colpa soltanto ai baristi se i ragazzini di oggi, ahimè quasi tutti molli e mollicci, si inciuccano alla sera. Sì perché lo scorso weekend, una ragazzina, l’ennesima, per un soffio non è andata in coma etilico e i familiari, passata la sbornia, agli organi competenti hanno sporto denuncia chiedendo venga individuato e colpito quel bar, colpevole, di aver venduto da bere alla fanciulla.

Recentemente, per i cavoli miei ho svolto un’indagine personale in un ordinario venerdì sera cremasco. Allora fino a una certa ora della sera, rischiando insulti e improperi, qualche locale, non tutti, ai presunti non maggiorenni chiedono i documenti d’identità. Passata una certa ora, quasi nessuno chiede documenti, ma la maggior parte dei giovincelli, solitamente fa fare acquisti alcolici, se non li compra al supermercato (dove passarla liscia pare sia più semplice), al grandicello di turno, col risultato che nelle zone adiacenti piazza Garibaldi, giardini di Porta Serio compresi, bere bottiglie di vino o superalcolici di rigore, sotto il cielo aperto, è la norma. C’è poi una nuova tendenza, tra i giovincelli, ed è la seguente: al pomeriggio, dopo la spesa al solito supermarket (ove tra le altre cose si risparmia) o al negozietto compiacente, lo sballo, magari con qualche sigarettina spiritosa, lo si trova lungo le rive, tratto cremasco (zona Santo Stefano – via Indipendenza – Cremosano) del Canale Vacchelli, il Mare dei Poveri del Granducato del Tortello.

Ergo, denunziare alle autorità competenti va benissimo, ma forse, parlare, controllare, confrontarsi, rapportarsi tra le mura amiche, litigare, comunicare, conoscersi, captare difficoltà ed esuberanze, scambiarsi ceffoni salutari in casa, nel caso mettendo da parte Facebook, Messanger, WhatsApp, genitori compresi, ecco non guasterebbe. No? E poi scusate, senza flagranza, senza prove concrete, beh stabilire chi e come somministra alcool ai pischelli è ardua impresa. No?

Stefano Mauri

 

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