Rosa e Giorgio, ingegneri cremaschi d’adozione, al “Sol e Agrifood” di Verona: “L’olio d’oliva italiano ha bisogno di EVOluzione”

Rosa e Giorgio, ingegneri cremaschi d’adozione, al “Sol e Agrifood” di Verona: “L’olio d’oliva italiano ha bisogno di EVOluzione”

Ecco, l’Azienda Agricola Bianchini, a modo suo, indirettamente, ma genuinamente è un pochino cremasca. Straordinaria Eccellenza italica da esportazione, nata negli anni Trenta, in Calabria, laddove la passione per la natura ha radici profonde e si unisce alla volontà di offrire prodotti di qualità, nella produzione di olio extra vergine d’oliva. Ogni cosa è curata nei dettagli da quelle parti e si presta attenzione a tutti i processi produttivi: dalla cura delle piante e dell’ambiente, alla raccolta delle olive, fino alla loro molitura rigorosamente a freddo, per preservare la genuinità dei frutti.

La tenuta aziendale, magicamente si trova … “sospesa” tra le terre della verde Calabria, dove il sole incontra un mare di ulivi secolari, e l’incantevole, poetica Tuscia viterbese, patria degli Etruschi. Rosa Bianchini e Giorgio Iuculano, giovani ingegneri con un passato recente lavorativo a Offanengo, in provincia di Cremona, nel Granducato (immaginario, ma non troppo) del Tortello Cremasco (hanno lavorato all’ex Bosch, ora Vhit), sono due giovani (largo alle nuove propositive generazioni quando, come nella fattispecie, lo meritano), appassionati e densi “attori” protagonisti di quella bella storia italiana del Fare e di Bellezza che appunto è l’Azienda Agricola Bianchini. Con loro abbiamo fatto due chiacchiere corali. Ah … Rosa e Giorgio, con i loro prodotti naturali, ecco saranno tra i protagonisti dell’appuntamento /dal 2 al 5 aprile), annesso al Vinitaly di Verona ‘Sol e Agrifood’.

“Il nostro progetto sta andando avanti, ci impegniamo ogni giorno a promuovere la cultura dell’olio EVO, cercando di trasmettere il valore e l’identità dei nostri oli ai clienti. Ci ritagliamo momenti durante la giornata per ricercare nuove idee, coltivando le motivazioni e la passione per questo progetto, alla faccia dei fisiologici momenti di sconforto: quello dell’olio EVO non è un mondo facile da trasmettere”.

Che raccolto è stato quello 2022?

Nonostante le difficoltà dovute alla siccità dei mesi estivi e il fenomeno della cascola siamo riusciti comunque ad ottenere un buon raccolto per tutti e tre i nostri oli monovarietali. Si è registrato, ovviamente, un decremento nella produzione, ma siamo felici della qualità raggiunta. 

In giro avvertite maggior cultura e consapevolezza sull’Olio d’Oliva?

Purtroppo no, ma non va inteso come un no secco. Qualcosa si sta smuovendo, ma siamo ancora alle prime luci dell’alba. C’è molta disinformazione sul tema, ma al tempo stesso ci sono molte persone: associazioni, influencer e produttori che stanno cercando di comunicare l’incredibile valore dell’olio extra vergine di oliva di qualità con tutte le sue proprietà nutraceutiche per salute della persona.

A che punto è la mission che avevate abbozzato per lanciare la Carta dell’Olio nei ristoranti?

Al momento stiamo lavorando sul coinvolgimento dei ristoratori, sensibilizzandoli all’utilizzo di più oli di qualità per accompagnare le loro ricette, proponendo di organizzare aperitivi con degustazioni di olio nei rispettivi ristoranti, in cui raccontiamo in prima persona la nostra storia e spieghiamo tutte le note sensoriali dei nostri oli. Ci auguriamo che con un percorso di crescita costante, la carta degli oli sia un’evoluzione spontanea nel mondo della ristorazione.

Iniziative in cantiere? 

Da qualche tempo a questa parte abbiamo lanciato delle degustazioni online guidate con i nostri clienti e con tutti gli interessati al mondo dell’olio EVO di qualità. Un breve percorso interattivo per rendere le persone consapevoli sul prodotto che si trovano davanti e su come fare a capire, utilizzando i propri sensi, se un olio è di qualità. Vogliamo, adesso, organizzare degli eventi in presenza ancora più coinvolgenti. 

stefano mauri

 

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