“C’è qualcosa che ci portiamo dentro, qualcosa che è incancellabile, unico e privato come il codice genetico: si chiama ricordo – scrive Gabriele Moroni nella prefazione al nuovo libro dell’amico e collega Conti – Fabio Conti non ha dimenticato i racconti del nonno: li ha portati con sé racchiusi nello scrigno prezioso della memoria. Diventato adulto, con il piglio del cronista abituato all’inseguimento quotidiano dei fatti e insieme con il rigore dello storico che risale alle fonti primarie, si è dedicato alle ricerche sul lago Gerundo, immenso specchio d’acqua che nell’antichità si estendeva fra BergamascaCremascoLodigiano, fino a lambire le porte di Milano. Il drago Tarantasio, suo abitatore, secondo la leggenda ammorbava e uccideva i malcapitati che capitavano a tiro del suo mefitico fiato» e la sua fama ha traversato il tempo, avendo la forza di arrivare fino a noi anche tramite una sorprendente serie di raffigurazioni, dal simbolo araldico di Visconti e Sforza (il Biscione) al logo dell’ENI (il cosiddetto cane a sei zampe)…”
Questa la presentazione, sul sito internet della casa editrice Meravigli, del libro del giornalista e scrittore Fabio Conti, intitolato “Tarantasio il Drago del lago Gerundo”. Il volume, sabato 21 dicembre alle ore 16.30 verrà presentato a Crema, presso il museo, nella Sala Cremonesi.
Stefano mauri
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