Sanremo, la cronaca con voti della prima serata

Sanremo, la cronaca con voti della prima serata

Una prima serata attesa più che mai il cui inizio è stato difficile più che mai. Segno della croce prima di scendere dal palco per Amadeus (8) che aveva detto “mai più festival” e poi si è addossato la responsabilità di questa edizione da stiamo uniti (ma non troppo). Al suo fianco per tutta sera Fiorello (7), che io ho sempre adorato, ma che soffre molto l’assenza di pubblico. Nessuna gag memorabile ma fa sempre sorridere, e fa tanto tanto bene. La cosa migliore la fa prima del festival portando l’ologramma di Vincenzo Mollica (10) sul balconcino. Ibra (5) fa Ibra, e va bene per 10 minuti. Poi stufa. Simpatica e brava Matilda de Angelis (7). Esplicata alla svelta la formalità esordienti con Gaudiano (5) e Folcast (5) che passano alla finale ai danni di Avincola (6) che pare un Calcutta dei poveri e Elena Faggi (6) simpatica e impaurita, tocca alla musica dei grandi.

Prima di tutti sale sul palco Diodato (8). L’immagine della sua vittoria del 2020 viene definita da Amadeus l’ultima immagine felice e spensierata dell’Italia prima della pandemia. Siamo d’accordo. Anzi lo andavo dicendo da mesi sperando che questo Sanremo sia ricordato come la prima immagine leggera del (quasi) post pandemia. Stona su Fai rumore (10) che è diventata suo malgrado la canzone simbolo della pandemia. Tornerà più tardi e più sicuro di sé.

  • Tocca ad Arisa (5) che pare una vulcaniana aprire la serata. Fa Arrisa, ha una bella voce, ma il brano (che per qualcuno ricorda Alta Marea di Venditti) che le ha confezionato Gigi d’Alessio si giudica da se nel titolo: Potevi fare di più.
  • Colapesce e Dimartino (8) sono invece una bomba. Sono un po’ emozionati ma si capisce subito che Musica Leggerissima si inchioda in testa e si candida alla vittoria, anche se la giuria demoscopica non è d’accordo. La pattinatrice fluo fa il suo bell’effetto e il brano è bellissimo, tra Battisti e Battiato.
  • Aiello (5) assale il suo brando ibuprofene e urla davvero troppo per i miei gusti. Scivola via un po’ anonimo, e si piazza ultimo per la demoscopica.
  • Stupiscono Francesca Michielin (8) e Fedez (6). Lei è brava, sicura, bella, con un nuovo taglio di capelli che stupisce (si sa che ama i suoi lunghi capelli). Lui emozionato come un bambino alla fine scoppia a piangere, fa tenerezza. La canzone è da risentire.
  • Tocca alla Bertè che dimostra come a 70 anni abbia ancora grinta e voce da vendere. Infatti piazza un medley perfetto (8) e poi inspiegabilmente propone il singolo nuovo in playback (5). Perché?
  • La gara riprende con Max Gazzè (7) che acchittato da Leonardo da Vinci fa Max Gazzè. La canzone è un tormentone alla Sotto casa. Mi delude il discorso della band, si era favoleggiato sui componenti e speravo in qualche sorpresa. In realtà sono i cartonati di Hendrix, Igor di Frankenstein jr, Marylin, la regina Elisabetta e Lennon.
  • Noemi (6,5) smagrita rimane bellissima. Rossa come il fuoco con un pezzo di classe ma forse un po’ anonimo. Si sa che nel disco avrà pezzi scritti da grandi dell’indie. La risentiremo.
  • Era molto attesa Madame (6,5) il pezzo è ben confezionato, si sente la mano di Dardust. Sicura di se, a piedi scalzi. Ma anche lei è da risentire con calma.
  • Botta di chitarroni con i Maneskin (7,5) che piazzano un pezzo zeppo di riff hard rock. Per una volta non c’è Marlena, e meno male.
  • Ghemon (7) ha svoltato di tanto da Rose Viola. Ciao al rap, ciao anche all’urban soul. Qui siamo solo al soul. Sembra fare quello che fece Neffa anni fa, lasciare del tutto le sue radici. Molto più leggero del solito. Vedremo come sarà il disco.
  • Coma_Cose (9). Io li adoro, loro sono perfetti, la canzone si farà spazio nella testa. Del festival probabile se ne fregano. Si piazzeranno nella parte bassa della classifica. Ma il pezzo in radio girerà moltissimo.
  • Annalisa (6) per la demoscopica è in testa. Sinceramente il brano è anonimo e non rende giustizia alla sua bravura. Si dimentica tutto davanti alla vertiginosa mise dell’artista. Che rimane una interprete bravissima.
  • Francesco Renga (5,5) non è una ballata, ma neppure un pezzo pop classico, meno che meno rock (ah come ci mancano i Timoria). Parte basso e sfrutta poco la sua voce. Un po’ oggetto misterioso.
  • A chiudere la serata Fasma (5) altro oggetto misterioso. Un po’ un azzardo averlo tra i big. Ma va bene. Il pezzo ha un ritornello che potrebbe funzionare.
  • Abbiamo lasciato in fondo Achille Lauro (6) e il primo dei suoi quadri. Fa un po’ il Bowie e un po’ il renato Zero e propone il singolo che gira in radio in playback. Di impatto ma mi attendevo molto di più.

La serata è finita alla 1.30, vedremo se gli ascolti premieranno questo Ama bis.

emanuele mandelli

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