Saturnales diventa un libro scritto a Quattro mani da Gianpaolo Saccomano ed Elisabetta Munerato

Saturnales diventa un libro scritto a Quattro mani da Gianpaolo Saccomano ed Elisabetta Munerato

Misterioso, tenebroso, enigmatico ed occulto, ecco un estratto dal romanzo SATURNALES scritto da Gianpaolo Saccomano ed Elisabetta Munerato dalla sceneggiatura del film omonimo. SATURNALES-il romanzo sarà disponibile per la vendita a partire dal 10 dicembre.
“Nel settimo cielo, gli spiriti contemplanti e i Troni d’intelligenza angelica, di nutrirsi avidi e di carne tenera mai sazi, sui troni Saturnali evocano e godon de giustizia.
L’illustrazione presente nella pagina rappresenta dei giganti che divorano pezzi di carne, prendendoli con le mani dai piatti.
Crono in Saturnia regna, governa e regge, i figli suoi protegge, sacrifica, preserva agreste.
Un volto con due facce: da una parte divora dei bambini, dall’altra li sputa adulti.
Il sesto, il Luminare sacro, il Capricornus perfectus, il sesto saturni dies, che dal banchetto della virgo perfecta, col sangue nel sangue degli adepti, permane assidua.
Nella stampa si vedono dei pianeti, disposti a formare un triangolo, e sotto ad essi il loro nome: Urano, Venere e Giove. Al centro un occhio, circondato da diciotto raggi.
– Ma cosa vorrà dire tutto questo? –
Il Capricorno e la Ingenua, per donare, ai Saturnali, sulla corteccia il Glifo, potere e vigorosa durata,
d’anima si nutre, in intervallo nel tempo, mai uguale.
Una giovane donna è rappresentata seduta, accanto ad un capricorno che ha il corpo inferiore di un pesce.
Dei cerchi un solo anello, con la falce il Saturno, dalla croce e mezza luna, noi tenacia giuriamo al re dei re del regno di Atlantide, senza paura alcuna.
Alla fine di quest’ultima frase un grande simbolo nero riempie la pagina. Si tratta di una croce, dalla quale si ramifica un segno che rievoca una falce o una mezza luna.
Romanis antiquis cultus inductus est in tenebris, Gavia Saturnia quivi scrisse: in consorteria come legge e storia, come sangue e carne, come luce e tenebra, in vita e in morte.
Un cubo nero, sul quale giace un libro aperto, è l’ultimo disegno, posto al termine della terza pagina.
Giulia non sa più cosa pensare. Ritiene di avere davanti a sé un testo chiaramente criptato, con un linguaggio tutto da decifrare.”

Stefano Mauri

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