Scrp? Non bastano le risorse interne ci volevano anche le consulenze esterne per spendere i nostri soldi

Scrp? Non bastano le risorse interne ci volevano anche le consulenze esterne per spendere i nostri soldi

A cosa serve Scrp? Di sicuro ad assegnare consulenze. Non bastava la pletora di legali, pagati decine di migliaia di euro interpellati per predisporre la gara d’appalto dei rifiuti e per richiedere pareri su possibili conflitti d’interesse generati dalla stessa Scrp.  Consulenze che hanno partorito la delibera comunale secretata e il dialogo competitivo, Carneade che ha creato tanti grattacapi.  Non bastavano i consulenti ambientali, sempre per la medesima gara d’appalto. Non bastava il consulente legale sul riacquisto delle azioni di Padania Acque, con i sindaci che, dopo avere ascoltato e apprezzato l’esposizione molto professionale e impeccabile dello stesso,  hanno deciso di non seguire le indicazioni del relatore. Non bastava che, dopo quasi tre anni, nonostante i consulenti, la mitica gara d’appalto dei rifiuti non sia ancora conclusa. No, non bastava, tutto questo. Ebbene sì,  Scrp ha assegnato un’altra consulenza. L’altro giorno è stata recapitata ai sindaci-soci  una mail con la quale si informano i destinatari che è stato  affidato ad una società  «un incarico di consulenza organizzativa funzionale al progetto di Scrp di operare quale Centrale unica  di committenza, ai sensi  della normativa vigente, a favore dei propri soci». L’incarico, è precisato nella mail, scaturisce da un documento approvato dai soci il 14 luglio scorso e nel quale viene indicata, appunto, la possibilità di Scrp di operare come Centrale unica di committenza.

Quale il compito assegnato da Scrp alla società consulente? Questo: «rilevare presso i propri soci, tramite apposito questionario, dati e informazioni relativi agli acquisti di forniture, servizi (esclusi servizi sociali e sociosanitari) e lavori effettuati nell’ultimo triennio (2014,2015,2016) e previsti per il prossimo triennio (2017,2018,2019)».

Naturalmente «i dati richiesti risultano essere fondamentali al fine di rilevare e analizzare il mercato potenziale, riferito ai propri soci, per il possibile sviluppo di Centrale unica di Committenza in capo a Scrp». Ci mancherebbe non fossero fondamentali, perbacco! Però non si capisce perché Scrp non abbia espletato uno studio analogo prima di accettare l’incarico di gestore della gara rifiuti. Forse avrebbe scoperto di non essere in grado di svolgerlo e avrebbe evitato il calvario che tutti sanno.

Poi la conclusione: «Si chiede pertanto cortesemente la piena e tempestiva collaborazione dei soci al fine di rimandare il questionario, che ogni socio riceverà nei prossimi giorni, entro i termini indicati nel questionario stesso».

Il costo della consulenza? Non è indicato.

Si rifletta su un particolare.  Se Scrp  non possiede il  know-how per sviluppare l’analisi che ha demandato alla società di consulenza, analisi che non richiede laureati al Mit, come potrà svolgere il compito di Centrale unico di consulenza? Con il ricorso ad altri consulenti?

Scusate, la domanda da Bertoldo. Per quale motivo un piccolo comune deve rivolgersi a Scrp per procedere ad un appalto dopo l’esperienza della gara rifiuti? Piccoli sì, coglioni no. Un piccolo comune, difficilmente dovrà affrontare appalti milionari, pertanto può fare tutto da sé, più rapidamente e con dei risparmi. Evita l’intermediario Scrp. E’ sufficiente che il comunello sia dotato di un buon segretario e  costituisca una centrale di committenza con un altro comune. E’ successo a Casale Cremasco Vidolasco per l’acquisto dello scuolabus e per Palazzo Pignano che, sulla gara dei rifiuti, ha scelto di muoversi in autonomia e non rivolgersi a Scrp.

E allora si ritorna alla domanda iniziale: a cosa serve Scrp? A poco o nulla.  Non servono i consulenti per capirlo.

«Mamma diceva sempre: la vita è come una scatola di cioccolatini! Non sai mai quello che ti capita»: Forrest Gamp.  Anche Scrp è una scatola di cioccolatini. Fondenti e amari. A non tutti piacciono. Crema e Offanengo pare ne siano ghiotti. Almeno così si dice. Altri comuni sono meno entusiasti. Ma si sa, i gusti non si discutono.

Antonio Grassi

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