Scrp, secondo Casorati adesso serve una valutazione per decidere il da farsi

Scrp, secondo Casorati adesso serve una valutazione per decidere il da farsi

Dopo il diluvio di articoli su SCRP da parte di Sindaci critici, di lettere di sostegno da parte di un altro gruppo di Sindaci, ora sono arrivate sulla stampa le prese di posizione pubbliche da parte di alcuni partiti, ma l’informazione rimane ancora oggettivamente parziale e quindi incompleta Ho deciso di esporre pubblicamente il mio pensiero/proposta che, riassunto nel titolo, vado ad esplicitare. La decisione del futuro di SCRP, su cosa dovrà fare, se sarà in grado di farlo, se dal punto di vista gestionale ed economico sarà sostenibile, non può essere discussa e definita sui media, ai quali va riconosciuto l’importante ruolo di avere posto all’ attenzione il nuovo ruolo di SCRP, ma al contempo per ragione oggettive, non in grado di offrire una visone completa delle problematiche connesse al problema.  Per questo occorre allargare questa visone parziale e analizzare la questione nella sua complessità.

 A questo punto è indispensabile fermarsi e riflettere, in caso contrario si rischia di prendere decisioni sbagliate. Facciamo tutti in modo che le scelte che andiamo a prendere, siano frutto di analisi, di confronto, di numeri e vadano nella direzione del bene comune, dei nostri enti locali delle nostre comunità. e non prevalgano scelte di schieramenti politici o rapporti di forza tra i soci. Ricordiamoci inoltre che oltre a SCRP non dobbiamo dimenticarci del futuro di un’altra nostra società “Consorzio it”, anch’essa bisognosa di una profonda ristrutturazione senza dimenticare i  23 dipendenti che operano nelle due società.

Molti errori sono stati fatti, a cominciare dall’ abbandono della società mista per i rifiuti, avremmo tenuto in casa un asset importante e fondamentale per il nostro territorio. Questa scelta è però passata pressoché all’ unanimità (l’unico contrario il sottoscritto, che quando l’ ha sostenuta in assemblea si è sentito come l’ ultimo bolscevico uscito dalla steppa russa, tanta era la fregola di liberismo che animava  tutti). Abbiamo salvato l’acqua pubblica dopo un peregrinare infinito a Cremona per riunioni estenuanti. Le società pubbliche, se sono sane e lavorano bene ed in modo concorrenziale vanno mantenute, sono una ricchezza per il territorio, vanno chiuse immediatamente, se gestite male e se fanno scelte industriali sbagliate. L’ efficienza e l’ economicità sono i limiti dirimenti della scelta.

Ritornando a SCRP vorrei sottolineare che oltre a negatività come la lungaggine e la farraginosità del bando rifiuti, non vorrei che si dimenticasse l’ottimo lavoro fatto dal CDA nel risanare i conti dell’ azienda che circa quattro anni orsono era sull’ orlo di portare i libri in tribunale.

Per quanto sopra esposto, chiedo a tutti, lavoriamo e approfondiamo tutti gli aspetti economici, normativi che si susseguono a ritmo incalzante e che mettono in difficoltà i nostri comuni. Chiudere una società territoriale, è sempre una scelta difficile che va analizzata e ponderata bene, alla fine si tireranno le conclusioni con la coscienza tranquilla di aver fatto una scelta, che potrà essere di continuità, di modifica o anche di chiusura ma potrà essere  assunta  in maniera convinta e serena dopo aver analizzato normative, numeri e prospettive future compresa la salvaguardia del personale.

Ai miei colleghi dei piccoli comuni, al di sotto dei 5.000 abitanti, ricordo rappresentiamo il 50% della popolazione residente in questo territorio, giochiamolo questo ruolo e cerchiamo di analizzare quale sarà il nostro futuro, difendiamo le nostre autonomie e la nostra esistenza, le unioni dei comuni con almeno a 5.000 abitanti hanno dato risultati molto deludenti , le stesse fusioni se non studiate bene, facendo confronti e analisi di bilanci completamente diversi si stanno rivelando molto problematiche.

Non aspettiamo per approvare lo statuto e il nuovo piano industriale le elezioni di Crema, non aspettiamo un nuovo Messia o il Messia riconfermato, questo lo decideranno i cittadini di Crema, noi andiamo avanti a lavorare portando avanti le nostre istanze che rappresentano il 50% degli abitanti del Cremasco.

Apro una parentesi e colgo l’occasione per porre sul tappeto un altro problema la riorganizzazione dei servizi sociali che molti comuni con l’obiettivo minimo del mantenimento della presenza delle Assistenti Sociali in tutti i Comuni per l’accoglienza. Al riguardo mi riservo di approfondire il tema in un prossimo intervento. Chiusa la parentesi

A conclusione di questa mia proposta, rivolgo un pressante invito a Crema e ai Comuni più grandi affinché il confronto e la volontà di trovare una sintesi e riconoscere le esigenze dei piccoli comuni sia il mantra dell’azione comune senza la quale questo nostro territorio così bello, vivace ma anche particolare rischia di non avere un grande futuro.

 

 Aldo Casorati –  Sindaco di Casaletto Ceredano

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