Se io fossi sindaco darei subito voce all’impresa, alla città, al commercio e …

Se io fossi sindaco darei subito voce all’impresa, alla città, al commercio e …

Sì se io fossi sindaco, due secondi dopo la mia elezione, in seguito ovviamente ad accordi già avviati durante la precedente campagna elettorale, farei le seguenti telefonate:

la prima sarebbe certamente indirizzata al cosiddetto tavolo dell’economia, composto da imprenditori per ascoltare le loro esigenze e attuare iniziative ad hoc per accontentarli il più possibile.

Secondariamente telefonerei al centro di popascolto, vale a dire un gruppo di cittadini (già coinvolti precedentemente) trasversali (nel senso di etnie, estrazione, sesso, età … quindi problematiche diverse) per dare voce sul serio alla città, comunicare interagendo e rispondere, dopo aver ascoltato, a ciò che vogliono dire.

Dulcis in fundo attiverei immediatamente i coordinatori dei gruppi, sempre intavolati a tempo debito, costituiti da baristi, ristoratori, costruttori, artigiani, pensionati, manager (che la città vive anche di multinazionali), commercianti, ambulanti e perdigiorno e… con loro inizierei a sindacare. Che ne dite?

Ah… ecco i giardini di Porta Serio diventerebbero l’eventuale patio – spazio estivo, con banconi ad hoc, da destinare a quei bar – ristoranti che volessero aprire, da quelle parti una loro emanazione estiva (costo quasi zero). Mentre riaprirei alla città, facendoli diventare il punto fisso per mercatini e bancarelle, gli Stalloni.

Ovviamente io non sarò mai sindaci, quindi faccio bello a parlare e sparare pirlate. Vero?

Stefano Mauri

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