Short Story, poeta

Short Story, poeta

Anice e ghiaccio. Era al terzo bicchiere e si sentiva ispirato: “Nella tua meravigliosa bellezza… Bulgara, ne sono certo…”

No, sono del Cantone di Sankt Gallen, sul lago di Costanza, Confederazione elvetica, Svizzera, se preferisce. Frequento l’Accademia delle belle arti, qui al Brera e mi chiamo Heidi.

Mein Gott!!! Il lago di Costanza… Un liquido, algido rubino racchiuso tra il Kilimangiaro e le Ande!

Veramente sta in mezzo all’Austria e il Liechtenstein e in quanto al colore mi sembra più quello di un culo di bottiglia bordolese pieno di muffa.

Dettagli insignificanti. Da come parli… Sì… Sei bulgara… Dimmi che sei bulgara!

Gigi… Ma questo chi è?

È un poeta… lascialo fare…

Gigi… Mi sta succhiando l’alluce del piede destro!

Dimmi che sei bulgara! Lo sento dal sapore del tuo pollicione… Sa di yougurt…

Gigi, sei uno stronzo! Dove mi hai portata?! Sì, cazzo, sì, sono bulgara! Sono nata a Plovdiv, avamposto delle legioni romane verso l’Oriente. Mollami il piede o ti faccio un tackle alla tedesca sul naso!

Tutte così le bulgare, scostanti. Garzun, un altro anice…Ghiacciato, mi raccomando! E tu Gigi? Lo intuisco, non sei bulgaro… Lo sento, lo intuisco… Ah, l’artista l’artista l’artista… Gigi oh Gigi!

Le dispiace mollarmi il piede, cazzo!?

Non ti fidare mai delle bulgare… Gigi… Sono barbare, istintive, ti ammaliano e ti predano. Ti ritrovi senza sangue e senza anima!

Le bulgare?

Oèi poeta, con questo fanno quattro. Vedere un po’ se ti riesce di cominciare a pagare!

Camerieri, garzun… Che dramma. Vivono spalla a spalla con noi artisti e non acquisiscono nulla del nostro sentire, della nostra sensibilità, delle nostre intuizioni… Nulla… Che pena…

Fanno quattromila… Voi due pischerli pagate a parte?

I ragazzi sono ospiti miei!

Allora fanno seimila… E tra mezz’ora chiudiamo.

Gigi… Andiamo?

Gigi… In tal diminutivo è racchiusa tutta la saggezza popolare, che sapendo per circostanze storiche di dover economizzare, riduceva ai minimi termini anche i nomi. Ma Gigi è Luigi, colui che ha dato alla Francia un re santo, un altro che divenne Stato e uno che, poveretto, ci ha rimesso il collo… Oh Gigi, se tu sapessi… Ma non mi hai ancora detto quali zolle ti hanno dato i natali…

Gigi, ma questo qui è scemo?

Ma no dai, è un poeta…

Gigi, rispondi al mio appello…

Gigi, questo è scemo…

Sono nato a Trepalle, frazione di Livigno, provincia di Sondrio, regione Lombardia al confine con la Svizzera.

Perdonami mio dolce amico, la battuta è scontata, ma voi maschietti, lì, come fate con le mutande?!

Gigi, andiamo, questo è scemo!

E no! A noi le mutande ce le fa la stessa ditta che fabbrica i paracadute per la Folgore! Questo per l’estate perché poi, per l’inverno, ci rivolgiamo direttamente al Fabbricone di Prato.

Sconvolgente! Raccontami, potresti ispirarmi.

Gigi ti prego… Andiamo a dormire…

Succede che una volta all’anno arrivano i tecnici militari e prendono le misure degli attributi del sindaco, poi vanno all’anagrafe e, tanti sono i piccolini, tanti sono gli adolescenti, tanti sono gli adulti maturi e poi tanti sono quel che resta. Zac! La statistica fa il resto. Moltiplica una fornitura settimanale per circa settecento residenti, più una scorta strategica, e abbiamo mutande a go go.

E le donne?

Gigi, andiamo a dormire…

Sì amore. Le donne? Sono tutte bulgare…

Non mi dire… Non mi dire…

Te lo dico… Ma non lo dire a nessuno…

Giuro!

Le bulgare?! Loro ne hanno quattro! Buonanotte.

Anice e ghiaccio. Era al decimo bicchiere e si sentiva ispirato: “Nella tua meravigliosa bellezza… Bulgara, ne sono certo…”

No, sono quella solita povera pirla sbollettata che deve fare le pulizie al mattino e sono nata a Porto Empedocle, provincia di Agrigento.

Empedocle. Sento profumo di Grecia!

Beppe Cerutti

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