Siamo i questuanti di una dose

No, non siamo netflixiani fan della serie su Muccioli, siamo noi lombardi alla ricerca di un vaccino, che pare il lasciapassare alla sicurezza sanitaria e di conseguenza alla vita normale, che per molti, troppi, comprende anche la possibilità di lavorare. Gli appelli, a partire dal Generale Figliuolo, ci confondono, ci illudono e ci fanno sperare che, passando per caso in qualche hub vaccinale, esista una dose abbandonata, di cui noi saremmo sia i salvatori, da immondizia certa, che i salvati.
L’amara notizia, signori miei, è che son tutte palle: con comunicati più o meno ufficiali e più o meno pubblici, le Ats e le loro creature Asst, fanno sapere che no, non si accettano autocandidature spontanee e no, non serve piangere agli hub vaccinali e no, non vi aiuterà nemmeno essere tra le categorie a rischio, ma non giudicate abbastanza rischiose. Solo gli over 80, il personale scolastico e quello sanitario, i nuovi invidiati sociali, hanno questa possibilità, sia delle chiamate ordinarie che di imbucarsi agli appelli salvadose.
Quindi non illudetevi e continuate come noi a bramare un distillato di AstraZeneca (che viene pronunciato in modi che nemmeno Luca Giurato), un passito di Pfizer o ad attendere con ansia di immergervi in un elisir Johnson & Jonhson. Sperate di invadere san Marino per uno Sputnik, di sbarcare a Cuba, la nuova frontiera del turismo vaccinale o di trovare in un centro massaggi, dall’insegna led sempre accesa, un bel trattamento confidenziale Sinovac. Sappiate però che tra voi (noi) e la redenzione, dovrà passarne ancora di Aria, ma soprattutto il momento del bucoagognato si celebrerà solo con la benedizione di Poste Italiane, che sarà l’amazon lombardo della vaccinazione di massa.
Lontani i lieti tempi d’assembramenti fuori dagli Apple store, l’unico frutto proibito che ci rimane (dopo che anche i cari “congiunti casaliniani” han fatto il loro tempo) è sperare che tutto finisca presto con un’inoculazione, che riporti, dopo varie e vaneperegrinazioni, l’immutato italico destino a un trionfante finale dalla granitica certezza.
barbara locatelli