In questo caso, o meglio, per questa bottiglia dimentichiamoci (e dimenticate) il classico Prosecco internazionalpopolare (che tanta fortuna, giustamente e meritatamente incontra, ha incontrato e incontrerà nel mondo) con i suoi classici, tipici segni identificativi. Si perché l’azienda agricola Silvia Fiorin (www.aziendaagricolafiorinsilvia.it), con i suoi cinque ettari di vigneti Glera a guyot, l’uva vendemmiata a mano, la passione per la terra e le vigne ha creato l’appassionante vino Naolta (fa la rifermentazione in bottiglia dopo Pasqua seguendo le lune ed ha aromi e profumi fantastici) ispirandosi appunto alle sane, vecchie pratiche vitivinicole (e mai del tutto anacronistiche) di una volta per creare questa fantastica bottiglia adatta da bere a tutto pasto e … udite, udite particolarmente indicata da abbinare a un piatto di Tortelli Cremaschi fumanti (provare e degustare per credere).

Ma è tutta la storia della realtà agricola (affiliata all’affascinante, appassionato, meraviglioso pianeta Fivi) Silvia Fiorin che merita di essere conosciuta, poiché da quelle parti del Veneto coltivano (tanto per fare un semplice esempio) biologicamente kiwi da quasi 50 anni e, in generale, fanno agricoltura nel pieno (e convinto) rispetto della autenticità, della biodiversità e della tipicità del territorio dove vivono, lavorano e producono. Ciò detto provate il vino frizzante Naolta, Prosecco stupefacente che guarda avanti partendo da … dietro. Chapeau.

Stefano Mauri

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