La musica può scuotere le coscienze, e Mocky lo sa bene. Con il suo nuovo singolo, “Sorriso sulle labbra”, il giovane cantautore e regista si fa portavoce di una delle piaghe più dolorose della nostra società: il femminicidio. Una canzone che non è solo musica, ma un grido d’aiuto, un tributo a chi non c’è più e un appello a chi può ancora fare la differenza.

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Mocky, nome d’arte di Mario Signorile, ha scritto il brano ispirandosi ad un articolo che raccontava l’ennesima tragedia legata ad un femminicidio. La storia narrata in “Sorriso sulle labbra” prende forma attraverso dettagli simbolici e una protagonista immaginaria, Elena, il cui nome è stato scelto dai fan dell’artista tramite un sondaggio su Instagram, ignari del tema che il progetto avrebbe affrontato. Elena, una ragazza con il sogno di diventare architetto – metafora che rappresenta la volontà di costruire e creare –, ricordata da tutti per il suo sorriso. Un sorriso che non potrà mai più illuminare il mondo, spezzato dalla bruta violenza di chi diceva di amarlo. È proprio questo contrasto, tra la luce del sogno di Elena e il buio che l’ha inghiottita, a rendere il brano così intenso e necessario.

Il cantautore racconta con queste parole la genesi del progetto:

«”Sorriso sulle labbra” è la prima canzone che pubblico su un argomento tanto delicato, ma che mi sta davvero a cuore. L’ho scritta con la speranza che tragedie come questa non si ripetano mai più. È un pezzo che nasce dal bisogno di dare un senso al dolore, di parlare per chi non può più farlo. Voglio che chiunque la ascolti si fermi, rifletta, e capisca che non possiamo più restare in silenzio.»

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