Vendita azione A2A, operazioni milionaria: protagonisti Scrp e comune di Crema

Vendita azione A2A, operazioni milionaria: protagonisti Scrp e comune di Crema

Subito una premessa, necessaria per non creare incomprensioni e quindi interpretazioni fuorvianti dei numeri che verranno riportati.
Scs srl è la società che detiene la partecipazione dei Comuni in Lgh.
Scs srl è controllata per il 65 per cento da Scrp e per il 35 per cento dal Comune di Crema.
Scs srl ha incassato il ricavato della cessione ad A2A del 51 per cento della propria quota in Lgh.

Cosa significa? Che solo il 65 per cento dell’operazione è finito nelle casse di Scrp. Il rimanente 35 per cento è confluito in quelle del comune di Crema che ha il diritto di impiegarlo come meglio crede senza chiedere nulla ai soci di Scrp. Ne deriva che questo 35 per cento non sarà oggetto dell’articolo.

Attenzione non significa che Crema sia autonoma da Scrp dove è presente con una quota del 25,68 per cento. E’ autonoma per il 35 per cento di quota in Scs srl. Chiaro?
Il punto di partenza è il 4 agosto 2016. Si chiude l’operazione della cessione del 51 per cento di Lgh ad A2A. E’ previsto un pagamento in parte in contanti e in parte in azioni.
I dettagli ufficiali sono stati chiesti telefonicamente dal sottoscritto il mattino di lunedì 29 maggio al direttore generale di Scrp, Giovanni Soffiantini, che gentilmente li ha forniti con solerzia. Sono stati poi ricontrollati sempre con il direttore generale di Scrp il pomeriggio stesso.

  • a) Il 5 agosto 2016 Scs srl prende in carico 2.898.676 azioni A2A al prezzo di 1,2368 euro per azione.
  • b) l’8 agosto 2016 Scs srl incassa il contante pari a 5.861.524 euro.
  • c) Il 2 gennaio 2017 Scs srl vende tutte le azioni al prezzo di 1,2518 euro e ne incassa 3.628.562 euro.
  • d) Totale del ricavato di Scs srl per l’operazione 9.490.086 euro.
  • e) La plusvalenza (1,2518 meno 1,2368) è di 0,015 euro per azione che, moltiplicata per 2.898.676 azioni, genera un totale di 43.480 euro.

E qui finiscono le informazioni fornite da Soffientini.
Se tutto questo è chiaro, si può procedere a calcolare l’incasso di Scrp. che è pari al 65 per cento delle cifre sopra riportate. Contante (2016) 3.809.991 euro. Per 1.884.139 azioni (2017)

2.358. 565 euro. Somma delle due voci 6.168.556 euro che costituisce l’incasso complessivo di Scrp per l’operazione Lgh/A2A.
La plusvalenza di Scrp maturata per azioni di sua proprietà è di 28.262 euro.
Per gli amanti della statistica il Comune di Crema ha incassato 2.051.533 euro di contante (2016) e 1.269.997 euro (2017) per 1.014.537 azioni. Totale 3.321.530 euro. Plusvalenza 15.218 euro.

Illustrato lo stato dell’arte, siano permesse alcune considerazioni personali.
E’ stato opportuno vendere il 2 gennaio 2017? Venerdì 30 dicembre 2016 aveva chiuso a 1,23 euro, pari al prezzo di carico. Da metà dicembre il titolo A2A si era abbastanza stabilizzato. Se si osserva l’andamento del titolo dal 2 gennaio 2017 ad oggi si nota che la curva è in costante salita fino a raggiungere 1,493 euro il 25 maggio.
Dei due soci di Scs srl, chi ha deciso di vendere? Scrp, o il Comune di Crema? E quale è la motivazione che ha spinto a cedere le azioni?

C’erano problemi di liquidità o di rientro di prestiti con le banche? Un’indicazione in questa direzione potrebbe fornirla la lettura del bilancio 2016 là dove – a pagina 15 – si parla della liquidità acquisita con l’operazione Lgh/A2A che, insieme ad latri fattori, «ha determinato la sospensione delle valutazioni di una ristrutturazione del debito di Scrp». Ma ora non c’è spazio per questo argomento. Nel prossimo articolo.

Perché ai soci di Scrp non è stata fornita nessuna comunicazione della vendita delle azioni? Vendita appresa solo il 25 maggio scorso da un articolo apparso su un quotidiano nazionale e confermata dal presidente Pietro Moro nella riunione residenziale dei soci che si è tenuta lo stesso giorno a Castelleone. Conferma avvenuta solo dietro precisa domanda di un socio.

Perché il giorno successivo, 26 maggio, nella residenziale di Pandino, è stato riferito che la plusvalenza ammontava a circa 140 mila euro invece degli effettivi 28.260? Un lapsus? Nessun problema. E’ possibile nel mare magnum di numeri.

Perché nella newsletter del 26 maggio, con la quale Scrp informa delle iniziative della società, non si accenna alla vendita delle azioni? Eppure la newsletter è stata inviata il 26 maggio, il giorno successivo l’incontro di Castelleone.

Perché non si accenna alla vendita delle azioni A2A nel comunicato diffuso oggi da Scrp?  (si veda il comunicato in calce) Comunicato che dice meraviglie sul bilancio 2016 e sulla necessità per i comuni di ricorrere a lei per le gare d’appalto pubbliche.

E Maramaldo infierire, ma se il paradigma di riferimento è il modo con il quale Scrp ha gestito la gara di igiene ambientale, un po’ più di prudenza nello scrivere il documento non avrebbe stonato. Diffondere alla stampa un testo nel quale ci si autoincensa e ci si autoproclama salvatori della patria e dei comuni è sempre rischioso. Se a scriverlo è Scrp.

Prima di chiudere è corretto precisare che la vendita delle azioni di A2a in carico a Scs srl è stata più che regolare. Nessuna contestazione in questa direzione. Viene invece contestato il rispetto verso i soci. Se si vuole usare un concetto abusato, è una questione di trasparenza.
Resta il rammarico per il modo con i quali sono stati trattati i piccoli soci di Scrp. Rammarico che cresce se si considera che il Comune di Crema era informato dell’operazione in quanto socio di Scs srl e pertanto parte attiva nella vendita. E quanti altri lo sapevano e hanno taciuto?

Se Crema vuole essere comune leader del territorio non può usare due pesi e due misure. Tutti insieme quando è conveniente per lei. Da sola, quando è altrettanto conveniente per lei. Liberissima di tenere questo comportamento, ma liberi gli altri comuni a non seguirla. Piccoli, indifesi, timorosi, alcuni anche tamarri. Altri ancora commoventi nell’adattarsi al dress code cittadino. Molti eccessivamente indulgenti. I piccoli comuni saranno tutto questo e altro ancora, ma non fessi. E allora basta con il mantra della trasparenza, soprammobile stabile nella galleria delle buone intenzioni, ingrediente insostituibile nella demagogia a buon mercato. La favola della trasparenza ha rotto i coglioni. Sèm mia végnit zo con la piena del Sére. I piccoli comuni non hanno l’anello al naso. Con buona pace di chi lo crede.

Antonio Grassi

Il comunicato di Scrp citato nel pezzo

Scrp chiude il bilancio 2016 con il segno positivo. 1 milione di euro di utile potrà essere re-distribuito tra i Comuni soci.

 

In attesa dell’assemblea, che il prossimo 5 giugno sarà chiamata a deliberare in merito al bilancio 2016 e valutare il  piano industriale, il consiglio d’amministrazione di Scrp ha presentato in anteprima ai Comuni soci i due punti all’ordine del giorno, in due  incontri informali, che si  sono tenuti  il 25 e 26 maggio, rispettivamente a Castelleone e  Pandino. Un bilancio caratterizzato dal segno positivo, con un patrimonio netto di 32 milioni di euro e un utile di 2 milioni e 940mila euro. Di questo utile, il cda ha proposto di redistribuire tra i soci un milione di euro e di accantonare il restante 1milione e 940mila euro come riserva. “Con un bilancio di questo tipo”, commenta il presidente di Scrp, Pietro Moro, “crediamo ci siano tutte le condizioni poter adempiere nella maniera più efficace alla nuova tipologia di servizi che i Comuni soci vorranno affidarci”. Tra questi nuovi servizi, rientra anche l’ipotesi di trasformazione di Scrp in centrale unica di committenza e il piano industriale, illustrato nell’incontro residenziale del 26 maggio, ha messo in luce i punti di forza che caratterizzerebbero la società, qualora l’assemblea dei soci approvasse questa nuova funzione. Scrp, in quanto centrale unica di committenza,  é già oggi  in grado  di gestire al proprio interno tutte le fasi in cui si declina l’iter procedurale per indire una gara pubblica compresa quella dei che controlli.  Il costo totale di detti servizi non graverebbe direttamente sui soci ma sarebbe poi compreso nell’importo a carico dell’affidatario. “In questo modo”, aggiunge il presidente, “Scrp intende rispondere alle difficoltà e vincoli  normativi che i  Comuni indipendentemente  dalle dimensione incontreranno  nella gestire e da soli una gara pubblica. La normativa in materia ha modificato molto le procedure, incentivando e spesso costringendo  di fatto i Comuni a unire le proprie forze”.

 

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