“Il maestro e giornalista Alex Corlazzoli ha vissuto nel monastero di Cellole e ne racconta la quotidianità Chi sono i monaci? Sono quelli che comprendono la realtà e il mondo altrimenti. E siccome comprendono altrimenti, vivono anche altrimenti. Altri sono nella chiesa per fare qualcosa: i vescovi e i presbiteri per governare il popolo di Dio, i frati per predicare, le suore per aiutare i poveri e i malati… I monaci invece non hanno nessuno scopo specifico. Non si fa carriera nella vita monastica: si resta sempre fratelli e sorelle, poveri laici. Essi decidono di amare l’altro prima di conoscerlo, mentre normalmente nella vita prima si conosce qualcuno e poi lo si ama. I monaci no! Decidono di amare l’altro prima di conoscerlo, e si sforzano di fare questo, in obbedienza al comandamento nuovo: l’altro è l’ospite, è il viandante, è colui che chiede di entrare in comunità. Vivere il celibato dà ai monaci una libertà e una possibilità ulteriore e diversa di interiorizzazione, di pensiero, di solitudine: tutti strumenti per fare una vita monastica che è ricerca di Dio e ricerca dell’uomo. Alex Corlazzoli, giornalista, maestro e scrittore, dopo aver sostato per lungo tempo nel monastero di Cellole che io ho fondato più di dieci anni fa a San Gimignano, in Diario da un monastero. Parole di un ateo in cammino, edito da EDB, offre ai lettori la sua esperienza. In questo libro, da “ateo in cammino” come ama definirsi, Corlazzoli scruta la vita monastica dall’interno vivendola per un lungo tempo. Non è un diario dei giorni, una cronaca dei fatti, un quaderno di memorie, e tanto meno un insegnamento sul monachesimo. È la semplice e onesta narrazione di ciò che ha vissuto a contatto giorno e notte con dei monaci. Grazie un acuto spirito di osservazione e una grande capacità di interpretazione l’autore ci consegna la vita monastica letta da occhi che hanno saputo vedere, osservare, cogliere e da orecchi che hanno sputo ascoltare, discernere, comprendere. Grande è il tatto, la delicatezza, direi il pudore con il quale racconta i momenti più importanti che scandiscono la vita monastica ma anche i momenti più intimi della vita personale e di quella comune: annota, osserva, soppesa senza mai giudicare. Non idealizza ma ne annota anche i limiti, le debolezze, le contraddizioni. Di pagina in pagina si coglie nettamente il desiderio di capire, di conoscere, di imparare. Mi sembra di poter dire che il valore della sua testimonianza è questo: uno sguardo altro su una vita altra. Ciò che caratterizza la testimonianza di Alex Corlazzoli di un tempo prolungato vissuto insieme con dei monaci è senz’altro la sua non comune capacità di raccogliere, comprendere e interpretare gli elementi essenziali che costituiscono l’altrimenti della vita monastica e portarli a convergere in un’istanza centrale, che li riassume e li ri-significa: i monaci vogliono essere una memoria della communitas, un antidoto alle forze centrifughe, disgreganti, individualistiche”. Così ha scritto, nei giorni scorsi, per vari quotidiani e il suo blog, Padre Enzo Bianchi, rapito, presissimo dall’ultima produzione letteraria del cremasco Corlazzoli. A proposito, la Libreria di Crema Ubik segnala che … Venerdì 17 gennaio alle 18.30 in bia XX Settembre ospitera’ proprio la presentazione del libro  “Diario da un monastero. Parole di un ateo in cammino”, con l’autore che dialogherà con l’ex magistrato Gherardo Colombo e con don Emanuele Barbieri in cabina di regia.

stefano mauri

 

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