Vittore Soldo, segretario provinciale Pd Cremona, su Cremasco Life: “Qualità dell’aria è ora di fare qualcosa per migliorarla”

Vittore Soldo, segretario provinciale Pd Cremona, su Cremasco Life: “Qualità dell’aria è ora di fare qualcosa per migliorarla”

Dalle ultime iniziative del fronte ambientalista sulla qualità dell’aria in provincia di Cremona, esce l’immagine di un contesto fortemente intaccato da alcuni elementi di spicco rispetto ai quali prendere posizione: uno su tutti il termovalorizzatore. Poi arrivano gli impianti industriali e altre questioni che fanno pensare che la scarsa qualità dell’aria nella nostra provincia sia dovuta ad elementi puntuali e ad emissioni singole e concentrate.
Sia chiaro che è fuor di dubbio che questo tipo di impianti non producano ossigeno puro ma credo fermamente che vada fatta un’analisi seria e approfondita partendo dai dati e considerando tutti i fattori che influiscono su queste risultanti.
I tre fattori rispetto ai quali vengono fatte le valutazioni in merito alla qualità dell’aria sono principalmente tre: PM10, PM2.5 e NOX ovvero polveri sottili (PM 10 e 2.5) e concentrazioni di ossidi di Azoto (in particolare Biossido Azoto, NO2).
Sui valori assoluti di questi 3 fattori la nostra Provincia è indubbiamente lontana dai limiti dell’OMS (Organizzazione mondiale della Sanità): gli ultimi valori risalenti al 2021 per la provincia di Cremona (per la Città ma sappiamo che l’aria non rispetta i confini amministrativi) ci dicono che per i PM10 30 µg/mc (limite OMS 15 µg/mc), per i PM2.5 24 µg/mc (limite OMS 5 µg/mc) e per il Biossido di Azoto NO2 24 µg/mc (limite OMS 10 µg/mc).
I tre indicatori danno un riscontro sulla qualità dell’aria sia in termini ambientali che di salute pubblica.
Dato atto in termini assoluti della qualità dell’aria, al netto di elementi comuni rispetto alle fonti di emissione (emissioni puntuali ed emissioni diffuse) è importante provare a circoscrivere quali siano gli elementi che influiscono su questa: in primis la geomorfologia del nord Italia in cui si vede bene che in termini altimetrici, Cremona e più in generale tutto il sud Lombardia, risultano nella parte più depressa della regione e sono “schiacciati”, verso sub, dalla catena appenninica.
Questo contribuisce a rendere la provincia cremonese così come il lodigiano ed il pavese come province vocate a fare da cappa di transito e aspirazione della maggior parte delle emissioni prodotte in regione Lombardia. Altro elemento che influisce sullo stato della qualità dell’aria cremonese è sicuramente dato dall’alta concentrazione di nitrati nei terreni e nelle falde acquifere superficiali: non è un dato nuovo quello per cui è in atto un protocollo per il controllo e la riduzione dell’inquinamento da nitrati nei suoli, rispetto ai quali anche la provincia di Cremona è interessata. Questo ci dice che un elemento non secondario per quanto riguarda la qualità dell’aria è rappresentato dagli allevamenti intensivi.
Altri ulteriori elementi sono dati dalle emissioni diffuse, ovvero quelle più difficilmente monitorabili e controllabili. Tra queste le emissioni legate ai trasporti e quelle legate agli impianti di riscaldamento.
Su questo ultimo elemento importante sottolineare una cosa: essendo la provincia di Cremona una delle meno popolose della Lombardia e del nord Italia, la quantità di emissioni diffuse prodotte sul suolo provinciale sarà proporzionale ai numeri che può esprimere. Questo ci permette di confermare l’influenza del dato morfologico di cui sopra: la qualità dell’aria della provincia di Cremona è fortemente influenzato dalle correnti dell’aria che trasportano l’aria ed il suo carico di particelle e di sostanze sospese, attraverso la Lombardia, verso le aree più depresse e a circolazione stagnante. Cremona, purtroppo, rappresenta una di queste aree.
Le soluzioni per provare ad arginare questa situazione sono molteplici ma, preso atto dei fattori considerati, è conseguente che la soluzione deve essere composta da una serie di interventi che riducano alla fonte le emissioni e soprattutto che siano almeno di portata regionale: se continuiamo a chiedere ai sindaci dei capoluoghi di fare qualcosa, continueremo a sbagliare interlocutore. La soluzione deve prevedere un protocollo che coinvolga Istituzioni locali e regionali, associazioni di categoria, associazioni di consumatori, e sindacati. Diversamente, se non venisse innescata una controtendenza o se si agisse sui singoli motivi delle emissioni contaminanti, il tema dalla scarsa qualità dell’aria ci accompagnerà per i prossimi (almeno) 10 anni.

Vittore Soldo
segretario provinciale Pd di Cremona

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