Area Vasta, Alloni gioca d’anticipo (sul Referendum) e riporpone l’autonomia cremasca in un libro

Area Vasta, Alloni gioca d’anticipo (sul Referendum) e riporpone l’autonomia cremasca in un libro

Mettere tutte le ragioni dell’indipendenza del cremasco dentro un libretto di una cinquantina di pagine? L’hanno fatto il consigliere regionale del Pd Agostino Alloni e il giornalista Fiorenzo Gnesi. Un volumetto agile che si tiene in tasca e che si legge in mezz’ora ma sufficientemente esaustivo per essere un bigino che tenga vivo l’interesse sulla questione.

Dopo mesi di monopolizzazione delle pagine dei giornali locali col tema Area Vasta l’argomento è scomparso dall’agenda politica cremasca. Il referendum impera. Ma i due temi sono strettamente legati e settimana prossima, passata la sbornia del referendum il tema tornerà di attualità, comunque vada. Per questo il buon Alloni ha giocato di anticipo e venerdì scorso ha convocato sindaci, consiglieri comunali, semplici curiosi, e ha consegnato loro il libercolo ribadendo le sue ragioni.

L’idea di Alloni è quella di un cremasco Area Vasta indipendente. Certo, come da battuta del nostro Stefano mentre assistevamo alla presentazione, “è come io quando dico: stasera esco con la Belen, ma lei non lo sa ancora”. Dopo il riconoscimento di Area omogenea appare difficile che la Regione Lombardia possa concedere al nostro territorio, da solo, lo status di Area Vasta.

Figuriamoci ci vogliono con Cremona e con Mantova, un territorio stretto e lungo che va dai confini con Emilia e Veneto a Milano. Tipo che si fa prima a prendere la macchina a andare al mare che tagliare la provincia, pardon il Cantone, come vorrebbe Maroni giusto per far passare un po’ d0aura federalista alla cosa.

In realtà Alloni sostiene che gli andrebbe bene anche l’accoppiata con Lodi, e magri pure con la Gera d’Adda. E cosi decisamente sarebbe più sensato. Alla fine, scrivono, in Svizzera, da cui vogliamo mutuare il concetto di Cantoni, ci sono cantoni di milioni di abitanti e cantonicini di 16 mila.

Crema+Lodi+Gera varrebbe circa mezzo milione di abitanti, come dimensioni potremmo esserci. Il libretto ci ricorda quanto il nostro territorio sia sempre stato un corpo a se nell’insieme della Provincia di Cremona, e in fondo quanto ci sia sempre stata stretta la convivenza coi cuginastri. Siamo territorio diversi. Che Cremona e Mantova possano sposarsi ci sta, e chi se ne frega se Mantova è diventata il luogo in Italia dove si vive meglio. Crema però è sempre stata rivolta verso Milano, e quindi il matrimonio con Lodi sarebbe d’uopo.

Abbiamo similitudini socio economiche notevoli, oltre che una vicinanza tra le due città. Quindici chilometri tra Crema e Lodi, meno di 50 tra i due punti più lontani dell’eventuale Area Vasta, con Mantova sarebbero tipo 300. E mo che si fa?

Alloni ha promesso di consegnare il bigino in regione quando riprenderà la discussione. Il sindaco Stefania Bonaldi ha lanciato una proposta ai tanti sindaci presenti: “andiamo al Pirellone in fascia tricolore a consegnare il libretto e a ribadire le nostre ragioni”. “Ah a Milano vi conoscono bene“, ha ironizzato Alloni.

Ma non è che tutti qua facciano il conto senza l’oste? No perché il discorso Aree Vaste e il superamento delle provincie è inserito nella riforma costituzionale che andiamo a votare domenica. E se il Si non passa? Come dicono gli ultimi sondaggi pubblicati? Secondo l’Alloni pensiero cambia poco, la Legge Del Rio pensata come passaggio in attesa della riforma costituzionale andrebbe comunque rivista e corretta. Certo un No domenica sarebbe un casino, nel senso delle Aree Vaste.

Emanuele Mandelli

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