Arpini, il Pums di Crema è una idea molto dogmatica e poco pragmatica

Arpini, il Pums di Crema è una idea molto dogmatica e poco pragmatica

Il cosiddetto PUMS è stato approvato recentemente dal Consiglio Comunale, con la mia astensione per alcuni aspetti poco convincenti e penalizzanti per le frazioni. Fra questi, il criterio per cogliere l’obiettivo che si propone il piano stesso e che propaganda l’assessore Bergamaschi sulla stampa; cioè disincentivare l’uso della auto privata. Un piano molto dogmatico e poco pragmatico prevede varchi elettronici per istituire eventuali ZTL, ad esempio in via Lodi, per mandare il traffico di transito tutto sulla via Milano, come se non fosse anch’essa un’arteria completamente urbanizzata e congestionata, e senza curarsi del danno che tale misura può portare al commercio interno ai quartieri, che vive di vicinato ma anche del flusso di clientela dai paesi limitrofi. Oppure l’istituzione delle tre porte d’accesso alla città, dove lasciare l’autovettura, per poi servirsi della navetta ecologica verso il centro, posizionate già a ridosso delle mura e quindi con limitazione troppo ristretta della circolazione; sul modello delle inutili domeniche ecologiche, quando il divieto riguarda solo il centro storico, uno/due kmq, mentre nella cintura cittadina e nelle frazioni si può continuare ad emettere polveri sottili a danno della salute pubblica. Probabilmente preferiscono privilegiare gli interessi dei centri commerciali extra urbani.

Alla stessa stregua non si organizza un trasporto pubblico cittadino degno di tale nome, ad integrazione del servizio Mio Bus a chiamata. Quando una città piccola ha tutti i servizi commerciali, amministrativi e sanitari collocati all’interno dell’urbe, è ovvio che la popolazione vi si rechi anche più volte al giorno e, in mancanza di mezzi, necessariamente con quelli privati, con grave danno per l’ambiente. Il Mio Bus fa un servizio egregio ma limitatissimo quantitativamente rispetto alle esigenze. Per lo più gira a vuoto o con un passeggero a bordo, rispetto ai 20 posti a sedere. Purtroppo il gestore viene remunerato a kilometraggio, sia da parte del comune, 370.000 euro nel 2016, sia la quota parte regionale. Questo difetto di impostazione non stimola la ricerca della massima efficienza di servizio, contemperando costi/servizio/benefici. E Pantalone paga!

Una questione che sottopongo da cinque anni, totalmente inascoltato. Solo ultimamente il Movimento 5 Stelle ha sollevato le stesse criticità, denunciando l’inefficienza del servizio di trasporto urbano a Crema. Possiamo dunque sperare in una prospettiva migliore, favorendo la mobilità delle persone e contenendo i costi pubblici ma anche privati, sostituendo questa amministrazione, con qualunque altra compagine vincente alle prossime elezioni.

Tino Arpini – Solo cose buone per Crema

 

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