Corrado La Forgia: Ripartire senza rilassarsi e sì… senza temere la tecnologia

Corrado La Forgia: Ripartire senza rilassarsi e sì… senza temere la tecnologia

Con l’ingegner Corrado La Forgia, direttore industriale e amministratore delegato della Bosch VHIT di Offanengo (Cremona), vicepresidente dell’Associazione Industriale (sezione cremonese) con delega all’Innovazione (materia nella quale è appassionato esperto, studioso e ricercatore; tra le altre cose, insieme ad altri colleghi ha scritto i libri La Fabbrica Connessa e Ada, Alan e i misteri dello IoT), in questi giorni di emergenza sanitaria per Covid- 19, con uno sguardo verso le ripartenze e le riaperture, volentieri abbiamo scambiato quattro chiacchiere…

Allora che occorre ripartire è ormai noto a tutti. Ma come si può ricominciare? Indubbiamente si attingerà dalla cosiddetta intelligenza artificiale?
Intanto va detto che gli scienziati ci stanno avvisando che il virus sarà tra noi ancora per un po’ quindi è bene esserne consapevoli e agire di conseguenza. L’errore peggiore che possiamo fare è quello di rilassarci. Per il momento vedo che sul ricorso alle tecnologie ed in particolare all’uso di dati e intelligenze artificiali c’è ancora un approccio timido.
Lei sostiene da sempre, e giustamente,  che etica, produttività e modernità devono e possono procedere di pari passo. L’emergenza sanitaria da Covid-19, ecco in un certo senso, per esempio nella sanità, beh non forse messo in evidenza che i tre fattori prima menzionati non viaggiano insieme?
La storia la si costruisce giorno per giorno, ma la si scrive dopo. Perché c’è bisogno di dati, documenti, riflessioni. Che il paese fosse, anche colpevolmente, impreparato mi sembra chiaro. Sugli errori e mancanze direi che è meglio aspettare un po’ prima di esprimersi. Di certo le pagine che leggeremo, come è facile immaginare, saranno assai dense
Dovremo convivere col virus e tutto cambierà almeno per il medio periodo. Per farcela, per attivare tutti gli strumenti necessari : intrecci interattivi di parametri, mappature, App, inevitabilmente si rivelerà indispensabile mettere sul piatto qualche grammo di libertà individuale. È pronto a tale sfida il mondo del lavoro? O meglio lo sono i lavoratori?
Questo è un punto centrale a mio avviso. Faremo ripartire le nostre aziende applicando tutte le possibili difese, ci stiamo sforzando molto su questo. Ma si può fare di più. Oggi la tecnologia ci consente di monitorare in continuo i nostri parametri biometrici e di segnalare eventuali insorgenze di malattie. Io personalmente mi sentirei molto a mio agio se so che un sistema di rilevamento e analisi gestito da strutture mediche (e solo loro) mi avvisasse se qualcosa non va. Magari prima che la cosa si aggravi. E prima o poi queste cose arriveranno e saranno normali, consiglio ai più scettici di approfondire i concetti della Società 5.0. Non è soltanto il mondo del lavoro o i lavoratori che devono essere pronti ma tutta la classe dirigente del paese. Trincerarsi dietro i pur comprensibili problemi di privacy mi porta a pensare che, in qualche caso, ci siano posizioni di pigrizia intellettuale. Se ci si ragiona e in profondità anche i problemi di cui sopra si risolvono. Basta volerlo e basta studiare, senza fermarsi agli slogan.
Certamente il telelavoro da casa ha agevolato … lavorare in tempi di quarantena e chiusure per coronavirus. Si rivelata pronta l’Italia da questo punto di vista?
Di certo abbiamo scoperto che le tecnologie ci hanno aiutato più di quanto pensassimo. La scuola è un esempio.
Pur tra difficoltà enormi, la didattica in qualche modo sta continuando. Se avessimo pensato di progettare un utilizzo delle tecnologie siffatto per via “normale”, con discussioni politiche, procedure,.. non ci sarebbero bastati 10 anni.
La Lombardia che lei conosce bene è stata letteralmente stravolta dal virus. Se l’aspettava?
Sinceramente no. Ma come dicevo prima ci vuole del tempo per capire esattamente cosa è successo.

Il sistema scuola, oggi giocoforza On Line riuscirà a formare nuove menti preparate ad affrontare il domani?
Sono certo che questa tempesta cambierà il modo di pensare in moltissimi campi. Dopo ogni grande evento negativo c’è sempre un cambio epocale.
A proposito di scuole, penso abbia dovuto sospendere il tour tra istituiti per presentare il libro, scritto con altri professionisti, i misteri dell’ioT. Ebbene come rispondevano gli studenti alle presentazioni?
Molto bene. I giovani molto spesso sono meglio di tanti adulti autoreferenziali, hanno la mente aperta e se offri degli argomenti interessanti con una interlocuzione aperta sono disposti a mettersi in gioco.
Riusciremo a riveder le stelle, un giorno, dopo queste tenebre causate dal Coronavirus?
Sì, senza dubbio sì. come è sempre accaduto nella storia. Il tema è come saremo dopo. Ognuno a livello individuale. Perché questa cosa minuscola, se mai ce ne fosse bisogno dimostra, ancora una volta, che davanti a certe situazioni siamo tutti uguali e che un clima di maggior solidarietà può solo far bene.

stefano mauri

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