Non è stato il freddo la cosa peggiore, Cecchi e Zappalaglio per la Giornata della memoria

Non è stato il freddo la cosa peggiore, Cecchi e Zappalaglio per la Giornata della memoria

2005 – 2015 decennale dell’istituzione della Giornata della Memoria e nel 65° anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz ad opera dell’Armata Rossa il 27 gennaio ’45. Il dolore della Shoah, dell’Olocausto di milioni di persone, ebrei, zingari, omosessuali, è parte fondativa della nostra storia.

Sabato 31 gennaio, alle 21.15 presso il teatro Galilei di Romanengo, si terrà la serata dal titolo Non è stato il freddo la cosa peggiore. Voce recitante Marco Zappalaglio, sottolineature musicali da composizioni originali Marco Ravasio, accompagnamento violoncello e percussioni Raffaella Matta. Regia Enzo G. Cecchi.

Raccontano: “A nostro modo vogliamo contribuire a tener vivo questo ricordo che sembra avere ancora inquietanti riflessi sul presente. Lo facciamo con una lettura/concerto dei testi di alcuni sopravvissuti alla terribile esperienza dei campi di sterminio. Lo spettacolo verrà replicato due volte, a Romanengo e a Calcio“.

Lettura/concerto basata sulle testimonianze di due sopravvissuti ai campi di concentramento nazisti. Settimia Spizzichino, unica donna sopravvissuta al rastrellamento ebraico del ghetto di Roma. Sue le parole del titolo della serata tratte dal libro Gli anni rubati; Pierre Seel, francese e autore dell’autobiografia “Io, Pierre Seel. Deportato omosessuale”. Grazie alla sua testimonianza oggi in Francia gli omosessuali, gli ex deportati e i partigiani ricordano insieme l’orrore.

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