Anche Anffas Crema in piazza a Milano a difesa dei disabili

Anche Anffas Crema in piazza a Milano a difesa dei disabili

Ci sarà anche Anffas Crema, dodici anni dopo la prima volta, a difesa dei diritti delle persone con disabilità, martedì mattina a Milano. La manifestazione, organizzata da oltre trenta associazioni del Terzo Settore E da decine di associazioni di famiglie, è prevista davanti alla sede del Consiglio regionale, in piazza Duca d’Aosta. All’appuntamento sono attese migliaia di persone.

“Non avremmo mai voluto arrivare a tanto, ma stavolta lo scenario venutosi a creare, facilmente prevedibile, è veramente preoccupante. I bisogni delle persone con disabilità sono oggettivamente in aumento e questa manovra mescola le carte senza offrire garanzie e reale sostegno per il futuro. Sostenere adeguatamente i servizi erogati sul territorio è doveroso da parte degli Enti pubblici e delle istituzioni: la Regione non può pensare che a risolvere la questione siano solo i Comuni e gli Enti del Terzo Settore, peraltro in questi anni già messi a dura prova nel sostegno alle fragilità”, affermano il presidente e il direttore di Fondazione Alba Anffas Crema, rispettivamente Paolo Marchesi e Andrea Venturini.

Nella mobilitazione per chiedere a Regione Lombardia il giusto sostegno ai diritti delle persone con disabilità, sostegno che passa anche da maggiori risorse da far arrivare sui territori, Anffas auspica di avere al proprio fianco anche i sindaci del nostro territorio, uniti nel richiedere di essere messi nelle condizioni di garantire i diritti delle persone con disabilità. Uno degli effetti dell’ultima norma datata 28 dicembre 2023 è che le persone con disabilità gravissima, a partire dal 1° giugno, avranno un taglio del contributo pari a 150 euro. Per quanto riguarda il sostegno fornito dalla misura B2, invece, è prevista una forte riduzione del contributo a fronte della proposta di servizi diretti “compensativi” non meglio specificati. La delibera, per di più, è complessa e rischia di moltiplicare il lavoro amministrativo per la pubblica amministrazione e complicare molto la vita della persona con disabilità e della sua famiglia. I timori sono davvero forti.
“Abbiamo alcune nostre famiglie che subiranno questa decurtazione della misura B1 con i loro bambini con grave disabilità, nuclei che avevano fatto i conti su somme che avrebbero utilizzato per sostenere i costi delle diverse attività e che ora si ritrovano con budget ridotti e senza opportunità alternative. Sono famiglie che da anni lottano per il riconoscimento dei diritti del proprio familiare e che oggi, con queste decisioni regionali, si ritrovano con una grande incertezza. La responsabilità torna tutta sulle spalle dei caregiver e questo è motivo di grande frustrazione e delusione. Ecco perché saremo in piazza con i nostri ragazzi e le loro famiglie: l’obiettivo è far comprendere che le persone con disabilità non sono invisibili. La disabilità riguarda tutti e il non poter contare su servizi adeguati ha ricadute pesanti su tutta la comunità”, dichiara Daniela Martinenghi, presidente di Anffas Crema Aps.
Sarà una protesta unitaria, quella davanti al Pirellone. Insieme a Ledha e Fand, le due realtà che l’hanno promossa, ci saranno anche un centinaio di associazioni di famiglie alle quali si sono aggiunti alcuni sindaci e tutte le sigle sindacali. Al presidente Attilio Fontana si chiederà anche maggiore coinvolgimento delle rappresentanze di Anffas e delle altre associazioni per la promozione di momenti di confronto utili per una necessaria rivisitazione della rete dei servizi e dei sostegni, a partire da quelli pensati per le persone con disabilità. Si chiedono, quindi, più risorse, ma anche maggior dialogo e confronto per incrementare la qualità della vita delle persone con disabilità, nella convinzione dell’importanza di sostenere i caregiver familiari e tutte le forme di sostegno a una vera inclusione. Il Forum del Terzo Settore si dice convinto che senza una filiera di servizi strutturata, ben organizzata e professionale, i sostegni economici siano “insufficienti, e, per non poche persone con disabilità, non si traducano in un reale diritto di scelta, di partecipazione, di inclusione”.

 

 

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