Il re non balbetta al San Domenico e il suo discorso conquista Crema

Il re non balbetta al San Domenico e il suo discorso conquista Crema

Pienone , applausi a scena aperta e un interminabile scroscio finale per la bella piéce di David Seidler IL DISCORSO DEL RE, martedì al Teatro San Domenico di Crema. Lavoro che porta la firma di Luca Barbareschi per regia traduzione e produzione. Lo spettacolo è diretto con ritmo smagliante e, nonostante la durata di due ore abbondanti, scorre via agile e piacevole per tanti buoni motivi: per la bravura ineguagliabile dei due comprimari, Barbareschi e Filippo Dini, nonchè l’ottimo livello di tutti gli altri attori; per la tensione scevra da cedimenti; per l’affascinante allestimento scenografico; per come sono ben delineati i personaggi e, ancora, per il perfetto equilibrio tra i momenti più drammatici e quelli divertenti.

Il testo è di quelli brillanti, costruito su battute dall’intensità fulminante e il pubblico ne viene conquistato senza riserve. La tensione drammatica è sapientemente dosata dall’affilata ironia che pervade ogni scena e questo conferisce al lavoro un andamento armonico. Il dramma è centrato su fatti storici e si addentra in quello personale del Duca di York,afflitto da balbuzie e destinato alla corona britannica, senza mai abbandonare la storia: una commedia umana sempre in bilico tra toni drammatici e leggerezza, ricca di sorrisi, ma soffusa di malinconia. La vicenda si snoda in un turbine di scene mutevoli, con cadenza quasi cinematografica, grazie al geniale scorrimento di pannelli, ideato da Massimiliano Nocente, che disegna spazi sempre nuovi. Grande cura ha profuso anche Andrea Viotti nel creare i costumi raffinati, rigorosamente ispirati alla moda degli anni Venti/Trenta.

Una nota speciale per sottolineare la scelta delle musiche di Marco Zurzolo: canzoni di Fred Astaire per le scene in casa di Lionel e brani originali per tutti gli inserti e, apoteosi del finale solenne e commovente del discorso del re Giorgio VI, la meraviglia struggente dell’Allegretto della Settima Sinfonia di Beethoven, pagina di incantevole bellezza infinita.Pubblico visibilmente coinvolto e soddisfatto, numerose chiamate per gli attori. Ecco i loro nomi: Astrid Meloni, Duchessa di York; Chiara Claudi, Myrtle, moglie di Lionel, il logopedista; Roberto Mantovani, Cosmo Lang, Arcivescovo di Canterbury; Ruggero Cara, Wiston Churchill; Mauro Santopietro, David, Principe di Galles; Giancarlo Previati, Re Giorgio V e Stanley Baldwin, Primo Ministro. Un breve accenno alla trama. Il Duca di York viene chiamato a succedere, suo malgrado, al padre,Re Giorgio V, poichè il primogenito preferisce convolare a nozze con la pluridivorziata Wallis Simpson. Purtroppo però il suo handicap rende penoso affrontare un simile incarico, visti gli inderogabili impegni ufficiali che il ruolo comporta, primo fra tutti i discorsi in pubblico. La situazione sarà salvata da un singolare logopedista, Lionel Logue, che riporterà il regale paziente alla normalità, consentendogli di affrontare il discorso importantissimo alla vigilia della seconda guerra mondiale.

Eva Mai

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