L’ArchiFilosofo della Timidina Marco Ermentini eseguirà il restauro della controfacciata del Duomo di Firenze
Per la serie… clamoroso nel Granducato del Tortello: Marco Ermentini da Crema, architetto, fondatore della Shy Architecture Association che raggruppa il movimento per l’architettura timida dopo aver restaurato, anni fa, le maggiori opere ‘temporali’ e ‘religiose’ di piazza Duomo a Crema, udite, udite, si occuperà ora del restauro della controfacciata storica, mistica e imponente del Duomo di Firenze. Marco da Crema ha vinto nel 1995 il Premio Assisi per il miglior restauro eseguito in Italia e nel 2013 la menzione speciale del Premio Internazionale Domus restauro. Lavora nello studio di architettura fondato dal padre sessant’anni fa “Ermentini Architetti” dove si sperimenta un’architettura attenta alle persone e alle cose. Renzo Piano l’ha nominato Tutor del gruppo G124 sulle periferie e la città che verrà presentato al Senato della Repubblica. È vice presidente della Fondazione Filosofi lungo l’Oglio. ArchiFilosofo sereno, saggio e pragmatico, Ermentini, lanciandola anni fa in Tv ha inventato, o meglio provocato con la Timidina:: “L’architettura timida da voce a ciò che resta silente, presta attenzione alle cose minime, ai luoghi dimenticati e periferici, ai materiali poveri, agli abitanti emarginati, alla penombra. Quest’attenzione ci libera dall’arroganza del nostro io, dal suo troppo pieno e ci suggerisce l’umiltà e la timidezza, compagne necessarie di ogni cammino di conoscenza. La timidezza non è una malattia ma bensì una virtù preziosa che ci insegna a maneggiare il mondo con delicatezza ponendoci molti dubbi e chiedendo permesso prima di agire. La vera ricchezza dell’architetto timido è data dal saper intervenire con poco, del quale poco non vi è mai penuria, utilizzando la conoscenza, la conservazione dell’esistente e la stratificazione della nuova architettura con cautela, attenzione, affetto, umiltà e intelligenza. Le architetture contemporanee migliori non si pongono in conflitto con quelle del passato ma accanto a loro, si stratificano, si giustappongono. Di solito il moderno deve rifiutare il passato ma c’è un altro moderno che non distrugge, ma convive e accoglie il passato. L’architettura deve riprendere la sua funzione medicinale, di balsamo che cura i lembi delle ferite dei nostri luoghi”. Ebbene dopo la Timidina, Ermentini, nel luglio scorso, incontrando il polemico Vittorio Sgarbi, Sottosegretario alla Cultura, ecco ha lanciato l’ennesima, intelligente provocazione: “A Roma al Ministero della Cultura ho presentato al Sottosegretario Vittorio Sgarbi un nuovo farmaco: il Tamor, un calmante timido contro la distruzione del patrimonio culturale”.
stefano mauri