Le immagini e i simboli della Shoah nel nuovo libro dello studioso cremonese Simone Fappani

Le immagini e i simboli della Shoah nel nuovo libro dello studioso cremonese Simone Fappani

Domenica scorsa, alla presenza di un folto pubblico, del sindaco, Maria Luise Polig, e del consigliere comunale Erica Zaneboni, è stato presentato in biblioteca a Pandino il nuovo libro dello studioso cremonese Simone Fappanni dal titolo “Shoah: immagini e simboli”. Nel volume, che si avvale delle illustrazioni originali del grafico Primo Paolo Mainardi e di quelle di altri affermati artisti contemporanei, si propone un’analisi e una riflessione della Shoah attraverso le diverse fonti iconografiche che tanto hanno contribuito a definire i contorni di una tragedia dalle dimensioni incommensurabili. I simboli cambiano significato e mutano senso in un modo che mai prima, nella storia, era accaduto.

«Ad esempio, ha detto Fappanni, in quegli anni terribili i bagagli, non accompagnano più viaggi di piacere o di lavoro, ma sono destinati ad accompagnare uomini, donne e bambini verso i campi di concentramento e una morte ingiusta e violenta; quei bagagli che già all’entrata di Auschwitz venivano rubati dai nazisti e accatastati in enormi pile. Così come protesi, capelli e occhiali. Ma il furto ancora più grave resta quello dell’identità personale, violata attraverso l’apposizione di un tatuaggio che, lungi dall’essere un elemento decorativo del proprio corpo, è un marchio che, come ha osservato Primo Levi, spersonalizza nel profondo». Procedendo con simili esemplificazioni, l’autore rilegge il dramma dell’eccidio che negli anni Quaranta si è compiuto in Europa.

Soffermandosi su potere fortemente evocativo delle immagini, Fappanni scrive: «quando, nel 1945, durante il Processo di Norimberga, vengono mostrate le prime immagini filmate dei campi di concentramento, il mondo intero inizia a prendere piena consapevolezza dell’orrore causa-to dal progetto di sterminio di massa ideato e messo in pratica, con sistematica disciplina, dai nazisti». Si tratta, dunque, di un volume originale che offre una prospettiva di riflessione sulla Shoah e sullo sterminio attuato dai nazisti che sicuramente mette in evidenza l’importanza delle fonti iconografiche nel contribuire a non dimenticare quanto è accaduto e assieme un monito affinché tragedie come queste non accadano mai più.

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