Lodi è in gustosa evoluzione: benvenuti quindi a quelli del Cannaruto, bravi a fare le pizze come missione che piace

Lodi è in gustosa evoluzione: benvenuti quindi a quelli del Cannaruto, bravi a fare le pizze come missione che piace

Tu si ‘nu cannaruto!
(Sei goloso!) Durante  i pranzi in famiglia lo si sentiva dire spesso, da mio padre o da uno  dei miei tanti zii, a me, ai miei fratelli o a qualche cugino intento a  sbranare una fetta di gattò di patate o di pastiera.
Uno  dei miei primi ricordi è il profumo del pane: quello del fornaio delle  Fanfani, che inebriava il quartiere della mia infanzia, oppure quello di  Antonietta, una delle zie di Caserta, che faceva il pane una volta e  bastava per una settimana. L’acidità di quel pane, che forse i fornai  considererebbero oggi un difetto, è per me un ricordo irresistibile.
Questa  passione è rimasta sopita dentro di me per decenni. Poi un giorno, un  po’ per gioco, un po’ perché nel posto in cui vivevo (non esattamente  una “casa”) non arrivava il gas, ho deciso di comprare un piccolo forno a  legna. Sono passati dieci anni, e da quel giorno non mi sono più  fermato: fare la pizza è diventata un’ossessione che non sono più in  grado di controllare.
Che bello  impastare! Affondare le mani nella farina umida, schiacciare, plasmare e  poi aspettare che il tempo ci restituisca qualcosa di diverso, di  migliore, di buono.
Cannaruto siamo io, Alice ed Erman.
Alice ha il miglior palato che conosca e tutte le idee che ci hanno portato qui sono nate insieme a lei.
Erman  è l’amico di una vita, sono più di venti anni che suoniamo insieme,  parliamo di Hegel e Bakunin e condividiamo pietanze italiane o  bosniache.
Facciamo la pizza perchè ci piace.
Se piacerà anche a voi saremo ancora più contenti.

Così postarono quelli del Cannaruto di Lodi, città in gustosa evoluzione!

sm

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