Paolo Barnard, la guerra vista dalla parte dei palestinesi

Paolo Barnard, la guerra vista dalla parte dei palestinesi

Bologna non mi delude mai. Non parlo solo della città dalla quale manco purtroppo da mesi, ma mi riferisco ai suoi personaggi che mi permette di conoscere nel tempo. Da qualche settimana a questa parte mi sono immerso in ricerche e libri riguardanti il conflitto israelopalestinese tuttora in atto a suon di bombardamenti e attentati terroristici. Questo giusto per capirne di più io, per cercare di studiare in modo più approfondito una parte di storia attuale che ci riguarda almeno in parte.

È stato in questa serie di ricerche mie che, in una delle tante notti insonni, mi è capitato di guardare un video di un giornalista (bolognese) a me nuovo: Paolo Barnard. In questa sua conferenza analizza le origini vere e proprie del conflitto, i retroscena e tante, ma tante cose che la stampa nazionale e internazionale non ci ha mai raccontato oppure dettagli che i governi ci tengono nascosti da anni ormai. Il lavoro di Barnard è stato di  cercare di portare lo spettatore a guardare la guerra dalla prospettiva dei palestinesi, e cioè colori che sono visti agli occhi di tutti come il “nemico della libertà” che sta cercando di sterminare ancora una volta la popolazione ebraica.
Dopo un’ora di filmato sono rimasto completamente sconvolto.

Scopro che Barnard è stato un giornalista Rai licenziato per le sue indagini scomode ai potenti della politica e dell’industria, ha scritto per importanti testate italiane che ora non pubblicano più i suoi articoli, so che ora si limita a fare delle comparse in trasmissioni su La7 ma, cercando sempre nella sua attività giornalistica, ho scoperto che ha scritto un libro (che sto leggendo in questi giorni): “Perché ci odiano”. Il tema è il terrorismo internazionale a partire dall’11 settembre 2001. Anche tra queste pagine tanti documenti ex Top-Secret della CIA e tanti dettagli tralasciati da politici e giornalisti.

Credo che l’attività di controinformazione sia molto utile per tutti se ben documentata e basata su fondamenta stabili che possano far crollare, invece, tutta la “narrativa” che media e politica ci stanno facendo assimilare giorno dopo giorno. Perché già alle scuole elementari impariamo che narrativa e storia sono due materie differenti e, nel caso dell’attualità, sta all’individuo scegliere se credere all’una o all’altra.

Ognuno poi è libero di scegliere da che parte stare, ma intanto consiglio a tutti voi di provare a guardare i fatti dal punto di vista delle analisi di Barnard (o di chi come lui prova a fare un giornalismo diverso) anche solo per esprimere un vostro parere o anche per rafforzare le vostre idee. Io, intanto, sto già pensando di organizzare qualche serata di controinformazione nel mio paesello.

Pier Solzi

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