Per ore, domenica, un fortunale ha inondato il territorio cremasco

Per ore, domenica, un fortunale ha inondato il territorio cremasco

Per ore, domenica, un fortunale ha inondato il territorio cremasco.

Le acque della palude del moso che erano entrate nel sacro tempio, presso il santuario del Pilastrello della Carità dedicato alla Vergine Maria forse… a mo’ di saluto, si sono ritirate alle ore 16:00, giusto in tempo per l’inizio dell’evento.

Ore 16:00 – Nicole Bulgarini, giovane artista milanese, al moderno pianoforte, ha alzato il primo canto religioso, quale corollario spirituale.

Quindi, l’evento programmato da universocrema.it ha potuto cominciare.

fedeli, per la verità, erano presenti in buon numero anche prima.

Così, Ernesto Zaghenprestigioso portavoce, ha aperto il domenicale pomeriggio, quale gran cerimoniere, presentando il rettore del santuario, Don Luciano Taino, voluto da sua Eccellenza il Vescovo della diocesi di Crema.

Don Taino , innanzi alla gran folla che faceva onore, nella sfolgorante magnificenza di questo gioiello di fedearte e storia, ha brevemente e con commozione, ringraziato i presenti, ricordando che questo santuario è la casa degli ultimi che, però, saranno i primi a salire le scale del Paradiso ed a sedersi alla destra dell’Onnipotente.

Sebastiano Guerini, portavoce, ha presentato l’architetto Magda Franzoni, elencando le numerose chiese del territorio che ella ha avuto in consegna per la ristrutturazione.

Ricordando la maestria, l’esperienza di Magda, nel restaurare le Case del Signore, rispettando le linee stilistiche storiche, portando al contempo sicurezza e modernità a questi edifici carichi di santità e di anni.

L’arch. Magda Franzoni, tracciando le linee generali del restauro, spiegando il corpus plurisecolare del ciclo degli affreschi (attribuiti al Barbelli o alla sua scuola), degli stucchi e del dipinto centrale di straordinaria fattura.

Probabilmente l’unico rimasto integro della seconda costruzione (della prima non si hanno tracce).

Dopo la demolizione del 1514 ad opera di Renzo da Ceri per difendere Crema dall’assalto degli sforzeschi e dei loro alleati (un esercito di 10.000 mercenari era accampato presso il moso di Bagnolo, durante la celebre battaglia di Ombriano, vinta da Renzo da Ceri al comando delle milizie cremasche, sacrificando chiese, edifici e migliaia di persone.
N.B. La basilica di S. Maria appena costruita, venne trasformata in un fortilizio pieno di archibugieri e milizie).

Infine, Luigi Dossena ha brevemente raccontato la palingenesi del borgo di S. Sepolcro, ricordando che sul tratto di strada, in fila uno a fianco all’altro, vi erano: il santuario del pilastrello, la chiesa di S. Lorenzo (presso l’ex Talpa) ed il monastero benedettino di S. Pietro, a Ombriano, dirimpetto al palazzo Rossi Martini.

N.B. Per maggiori informazioni ed approfondimemti ed immagini sul tema, si rimanda a universocrema.it.

Ha spiegato che Teodolindaregina dei Longobardi, passò per ben 2 volte con i suoi 2 mariti (Autari ed Agilulfo), per quel tratto di strada.

La prima volta nel 589, la seconda nel 603.

Ha spiegato del moso e dei porticcioli presenti, quale approdo per le imbarcazioni che solcavano questa grande palude, per lavoro (caricare legname, erba, fieno, torba, etc).

Questi porti erano dislocati presso: i SabbioniCremosanoTrescore CremascoPalazzo PignanoVaianoBagnolo ed un porto più grande presso la Selva Greca (intorno Chieve).

Ha parlato delle selve che punteggiavano il territorio fra gli specchi d’acqua, del lago Gerundo (che, stando ai documenti emersi fino ad ora, non è mai esistito, anche perché la prima citazione sotto il cielo della storia avviene nel 1204, ergo probabilmente non è mai esistito antecedentemente).

Ha parlato delle 2 meteore cadute nel nostro territorio e della loro singolare storia.

La prima nel 1491, mandata a Roma dal cardinal Ascanio Sforzavescovo di Cremona.

Questa meteora è stata di ispirazione per Raffaello Sanzio, che ha dipinto il cielo di una delle sue celebre Madonne con una meteora.

La fonte di questa informazione è il direttore dell’archivio diocesano di Crema, che mi ha fornito il documento che certifica il fatto.

La seconda meteora cadde nel 1511, anch’essa disintegrata in 1000 pezzi luminescenti lungo il cielo cremasco e descritta magistralmente da Messer Pietro da Terno, coevo a questi eventi celesti (1476-1553), presso il moso di Bagnolo (tra i Sabbioni e Bagnolo).

Questa seconda grande meteora viene caricata su un carro trainato da 2 buoi, portato a Milano e subito inviato in Francia, a Parigidonata al re Luigi XII (per fare spade, pugnali, diademi, anelli e collane).

Molto altro si è raccontato, sempre rimanendo nella canonica ora di tempo, perché non si desidera andare oltre.

Molto si è obnubilato e ne chiediamo venia.

La chiusura è stata però commoventeNicole, la cantante, ha alzato l’ave Maria, nel silenzio sideraleispirata certamente da un’entità impalpabile.

Per questo, la folla è rimasta incantata e presente fino alla fine dell’evento.

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