Sanremo, una prima serata autarchica e perfetta tra monoghi toccanti e leggerezza fiorelliana

Sanremo, una prima serata autarchica e perfetta tra monoghi toccanti e leggerezza fiorelliana

Però finire la prima serata del Festival alla 1 e 30 è crudele. Non ho neppure visto Miss Keta al Dopofestival. Secco. In verità ho faticato anche ad arrivare a sentire gli ultimi tre in gara. Ma calma. La maratona della prima serata iniziata alle 20 ha messo in fila un sacco di spunti interessanti. Intanto l’evidenza che la conduzione di Amadeus in realtà è una co-conduzione. Fiorello mattatore. In scena da subito. Vestito da Don Matteo, mentre il neo direttore Rai pare paralizzato sulla sedia in rima fila, a due sedie da Cristiano Malgioglio.  Per arrivare alla gara tocca attendere quasi le 22. Prima il massacro dei 4 giovani con due subito mandati a casa. Via subito Fadi ed incredibilmente gli Eugenio in via di Gioia, che sono in giro da anni e propongono un pezzo che si farà sentire assai.

È un festival autarchico. Gli ospiti sono tutti italiani. Tiziano Ferro che emoziona e si emoziona sul pezzo di Mia Martini, “ho rovinato tutto che palle”, dice alla fine dell’esecuzione. In realtà questa umanità piace un sacco. Mi pare diventata ottima anche Emma, che appare prima come protagonista di un film e poi per fare un paio di pezzi. Ma è gia tardi, inizio a cedere. I brividi prima sono stati quelli del monologo di Rula Jebreal, e anche quello della Leotta non è stato poi male. Alla fine le polemiche e le gaffe sulle donne parevano davvero telefonate per spianare la strada a questa cosa. Meno vallette e più parlanti e ragionanti. E bravi. Albano e Romina, come annota Gino Castaldo dalle frequenze di Radio2, fanno tenerezza e il tempo che è passato ha reso giustizia. E anche uno dal 4 facile come il commentatore di La Repubblica li promuove. Delle canzoni dico nelle pagelline. Mi sono piaciute per la gran parte. Nulla di davvero inascoltabile. Stasera si bissa. E vediamo che ora si riesce a tirare.

Una annotazione. Tra i direttori d’orchestra, con nomi impronunciabili, c’era anche a dirigere Bugo e Morgan, e a cofirmare il pezzo, il cremasco Simone Bertolotti. Eccolo col popsindaco Gianluca Savoldi che ci ha regalato la foto.

emanuele mandelli

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