Recentemente, il critico d’arte, nonché showman televisivo e ambasciatore artistico (mah) dell’Expo Vittorio Sgarbi è stato a Cremona per visitare il Museo del Violino (ancora complimenti Cavalier Arvedi) in occasione del suo compleanno e… beh non si è proprio distinto per classe, educazione e stile.
La stampa ufficiale, eccezion fatta per una lettera (rubrica lettori) pubblicata dal quotidiano La Provincia, ma passata in carrozza, in merito non ha detto nulla, ma Sgarbi (ormai il personaggio, fuoricontrollo, prevale sulla persona) si è dimostrato un bel cafone: durante il concerto all’auditorium quando non dormiva o smanettava col telefono (piedi scalzi) parlava col suo folto (entrato ovviamente a sbaffo) seguito disturbando i presenti; al ristorante poi, in modo sguaiato ha risposto male a un cameriere che voleva fare gentilmente il suo lavoro.
Siamo sicuri che un personaggio simile (colto, preparato, intelligente ma ora eccessivo e stonato) può rappresentare degnamente la nostra cultura nel e per il mondo? E infine, nei suoi lunghi e frequenti spostamenti (ok per lui e il suo segretario è lavoro) chi paga per il suo numeroso e variopinto seguito?
Stefano Mauri