La sana Pergolettese fatica a diventare un club attraente, ma merita fiducia

La sana Pergolettese fatica a diventare un club attraente, ma merita fiducia

L’annata agonistica, per fortuna conclusasi poco tempo fa, dalla malinconica Pergolettese ad Andamento Lento 2015 – 2016 è da 4. Potevano e dovevano fare di più, senza necessariamente arrivare ai playoff, i gialloblù allenati da mister Alessio Tacchinardi. Allenatore che il deus ex machina Cesare Fogliazza avrebbe confermato volentieri, ma che (giustamente per lui e per il clima che aveva intorno) ha preferito cercare panchina altrove. Allora, Fogliazza è un calciofilo, o meglio, un imprenditore del pallone intelligente che sa il fatto suo e sa muoversi alla grande in quel sottogiungla che è il footballshowbusinessmoderno per così dire, mentendo sapendo di mentire, dilettantistico. Quando Cesare e la compagna quindi, la bravissima signora dei conti Anna Maria Micheli sostengono che, economicamente parlando mai faranno il passo più lungo della gamba e mai falliranno, ecco non solo hanno ragione da vendere, ma soprattutto agiscono con lodevole pragmatismo e sana laboriosità padana.

Applausi a loro per questo e se veramente, i due, un pochino sulla falsa riga di quanto facevano, ai (loro) tempi d’oro calcistici di Pizzighettone, riusciranno a inserire lo stipendio (una sorta di apprendistato) tarato sul rendimento del calciatore beh sarebbero da Oscar. Ergo, in bocca al lupo per questa ambiziosissima mission. Fogliazza poi certamente, in un certo senso l’aveva fatto anche dodici mesi fa, metterà insieme una rosa in grado di disputare un torneo tranquillo, ma per rendere veramente attraente, che Crema è una piazza difficile e i cremaschi, per dirla come titolava un vecchio libro del giornalista scrittore manager pierre  Renato Crotti, sono “strana gente” da coltivare, servirà andare oltre, innanzitutto servirebbe rimodellare l’organigramma societario inserendo, al più presto, quantomeno due innesti in grado di riattivare il feeling col territorio.

Massimiliano Aschedamini (cannibale vero che ai tempi della gestione Sergio Briganti non aveva ruoli operativi in società e non poteva sapere come andavano le cose, ndr), ex presidente ed ex dirigente vincente (più volte) della storia canarina, all’ epoca del Risorgimento Gialloblù degli anni Duemila, senza tanti giri di parole e con la massima puntualità dichiarava sempre, commentandoli poi a cadenza periodica, gli obiettivi societari prima di iniziare un anno calcistico. Ecco questo, vale a dire parlare, iniziando eventualmente dalla prossima presentazione – passerella in piazza Duomo, con sobria chiarezza col popolo, oggi ahimè sparuto e spaesato, cannibale potrebbe essere un tentativo per rilanciare proficuamente il feeling, che del resto tentare non nuoce, con la capitale del Granducato del Tortello.

Ecco, francamente non so, ma glielo auguro, se questa Pergolettese ritornerà a riempire lo stadio Voltini di gente ed entusiasmo come avveniva negli anni Duemila, ancor prima e appena dopo. La genesi di questa creatura calcistica datata estate 2012, particolare non indifferente è di quelle che dividono, senza dimenticare che, neppure l’esperienza 2013 – 2014 in Lega Pro riattizzò il pathos. Ciò detto la Pergolettese merita rispetto, stima e fiducia reinserendo, senza se e senza ma, nuove coordinate e rotte nella navigazione automatica – agonistica.

Stefano Mauri      

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