Eva Mai ricorda l’amico Mario Ghislandi, e domani inizia il festival a lui dedicato

Eva Mai ricorda l’amico Mario Ghislandi, e domani inizia il festival a lui dedicato

Prende il via questo fine settimana l’edizione del trentennale del Festival Internazionale pianistico Mario Ghislandi. Avevamo parlato del primo concerto grazie alla segnalazione di Eva Mai (cliccare qui per leggerla). Ma chi era Mario Ghislandi? Ce lo racconta ancora Eva Mai che lo conosceva bene.

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L’ultima volta che ho incontrato Mario Ghislandi è stato il giorno prima della sua tragica scomparsa: ha suonato per me, come faceva sempre a lungo, senza farsi pregare. Guardavo le sue bellissime mani che il giorno dopo si sarebbero fermate per sempre e pensavo che che avevano la capacità di far rinascere ogni volta la musica come nuova. L’intensità, il raccoglimento, lo slancio mi avvincevano in quel momento privato come nei concerti davanti a decine di persone incantate dalla sua bravura.

Ripenso ora all’emozione, al suo giovane entusiasmo, alla comunicativa toccante e ispirata delle sue interpretazioni e alla stima che lo circondava. Il nostro maestro diceva che Ghislandi non suonava il piano, ma “con il piano“, infatti l’anima di Mario sembrava accandersi nello strumento col quale aveva scelto di vivere l’avventura della musica.

Ecco qual era il miracolo di questo straordinario artista al pianoforte, ma non mi abbandona nemmeno il vivo ricordo della sua luminosa personalità, fatta essenzialmente di candida curiosità per tutte le cose nuove, di calorosa ammirazione per i suoi amici e di profondo amore per la sua musica in cui cercava, e spesso sapeva trovare, tutta la verità. La sua limpida amicizia conquistava e si distingueva per la riservata semplicità dei modi sempre eleganti. Averlo come amico significava essere partecipi di tutte le sue scelte e e destinatari di mille squisite attenzioni.

Della sua abilità è stato detto e scritto tutto, forse, ma vorrei ricordare in particolare la preziosa tavolozza di cangianti colori e irripetibili atmosfere (timbriche e dinamiche) create dalle sue magiche dita sulla tastiera quando affrontava il vasto repertorio che spaziava da Bach agli impressionismi di Debussy, passando per Mozart, Chopin e il tumultuoso Liszt. Testimone straordinario della vita musicale a Crema, Ghislandi come artista ha lasciato un vuoto che sentiamo ancora tutti, cui si aggiunge il rimpianto per l’amico perduto.

E’ scomparso nelle acque dell’Adda il 18 luglio 1965.

Eva Mai

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