Impegnarsi per il bene comune è cosa lodevole e, da credente, sono fortemente convinto si debba ad un certo punto farlo, pur sapendo che sarai ancor di più osservato e giudicato per la coerenza o meno. Quello che non capisco e come un cristiano possa scendere in campo con partiti che strizzano l’occhio all’utero in affitto, vietato in Italia ma permesso alla Casta; applaudono alle “unioni civili” scimmiottando il “matrimonio”; non si esprimono sull’eutanasia, tanto meno sull’aborto e propongono la liberalizzazione delle droghe. Così come non fanno nulla per sostenere la famiglia. Non venitemi a dire che le amministrative sono diverse, che sono delle liste civiche sganciate dai partiti.
Ogni lista civica ha sempre – o quasi – alle spalle un partito o più che la sostengono. La città riflette l’agone politico. Come può una personaggio come ad esempio il dr. Michele Gennuso, che stimo e so provenire dal mondo cattolico, impegnato fino a ieri (da anni) per il Consultorio Familiare Diocesano non tenerne conto e schierarsi con il PD? Un partito impantanato tra le sue beghe interne e senza un anima cattolica. A mio avviso il tempo della diaspora è finito; i credenti si schierino e si schierino bene. L’elettorato non è più disposto a digerire tutto: osserva e giudica. Lo è la prova il Family Day 2.0 che ha visto milioni di famiglie prendere posizione. Chissà se i tanti politici, sedicenti cattolici, se ne ricorderanno. Il Popolo della Famiglia è chiaramente in difesa dei deboli e dei fragili: non potrebbe essere altrimenti. Concludo ricordando le parole della Liturgia della scorsa domenica: “non possiamo servire due padroni”.
Marco Mantovani – PDF Crema