Damiano Cattaneo, sindaco di Capralba, ricorda la storica visita di San Giovanni Paolo II a Crema

Damiano Cattaneo, sindaco di Capralba, ricorda la storica visita di San Giovanni Paolo II a Crema

Come oggi trent’anni fa, Giovanni Paolo II visitava Crema. Era il periodo della chiusura dell’Olivetti, della crisi del settore agricolo e la stagione di “mani pulite” Il papa salutava così la comunità civile:

Crema vanta una notevole tradizione storica: dapprima come Comune libero di cui è celebre l’eroica resistenza contro l’invasore straniero, e in seguito, per tre secoli, come territorio di confine della Serenissima Repubblica di Venezia. Questa tradizione, leggibile ancora nelle chiese, nei palazzi, nell’elegante centro storico, nei borghi, nei grandi complessi agricoli, nelle ville, ha creato un’identità di popolo laborioso, di non molte parole, che forse non manifesta con facilità i propri sentimenti, ma li ha profondi. La fede e la vitalità cristiana, che la cattedrale, il suo Crocifisso miracoloso, questa basilica e le immagini della pietà popolare testimoniano, hanno alimentato i tratti che caratterizzano il popolo cremasco. Tra questi vorrei citare il senso dell’onore e del dovere, la propensione al lavoro e al risparmio, il rispetto della parola data, l’attaccamento alla famiglia e la spontanea dedizione a Dio. Merita un cenno singolare la devozione alla Vergine che ha segnato le vicende del vostro popolo e ha costellato il territorio di numerose immagini mariane. Sono questi i lineamenti spirituali che hanno impresso una sorta di sigillo alla vostra stessa identità civile e religiosa, carissimi Cremaschi, contribuendo al formarsi di una feconda tradizione cristiana, di cui si possono intravedere significative tracce nella ricchezza delle usanze popolari, nell’abbondanza del clero, nel fervore del laicato.
> A tutti, poi, è nota la vostra intraprendenza mercantile, come pure la vostra laboriosità nell’agricoltura e nell’industria, che hanno fatto di Crema una città del benessere. Eppure, qui come altrove, si vive ai nostri giorni un momento di svolta e di trasformazione. La crisi del mondo agricolo e di alcune industrie ha prodotto una situazione non certo facile e, per certi versi, carica di preoccupazioni. Come non sentirmi vicino a quei lavoratori che hanno perso o rischiano di perdere il posto di lavoro? Come non solidarizzare con le famiglie per le quali, a causa delle presenti difficoltà, il futuro è diventato più incerto? Le leggi del profitto e del capitale non prevalgano mai sul diritto al lavoro che è di ogni uomo! Le forze economiche e politiche, locali e nazionali, salvaguardino con la massima cura questa fondamentale esigenza della persona e di ogni nucleo familiare.

(dal discorso alla cittadinanza di Crema, davanti al Santuario di Santa Maria della Croce)

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