Per la prima volta in ventidue anni il mese di maggio cremasco è stato meno bello, meno gioioso, festoso, giovane…è stato meno maggio.

Anche quest’anno il Franco Agostino Teatro Festival aveva già programmato la sua fase finale come ormai da tradizione, con due giorni di rassegna concorso e con il teatro San Domenico gremito dall’entusiasmo di circa un migliaio di ragazzi. Ragazzi che da tutta Italia e non solo sarebbero arrivati a Crema per raccontarsi, per mettersi in gioco, per mostrare il risultato di un percorso di crescita e di esperienze che li avrebbe indubbiamente migliorati almeno un po’.

Anche quest’anno il Festival avrebbe riempito il mercato austroungarico di voci festose, di selfie e di risate. Ancora una volta la giuria avrebbe scelto dei vincitori, aprendo loro le porte del Piccolo Teatro di Milano, privilegiando lo spirito corale degli spettacoli e il lavoro di gruppo, riconoscendo la ricerca e soprattutto i significati profondi che da sempre caratterizzano gli spettacoli dei ragazzi. E come al solito qualcuno avrebbe esultato con la coppa in mano e qualcuno sarebbe rimasto un po’ deluso, ma pronto a fare meglio, a ricominciare con la voglia di ricalcare quel palcoscenico e qualsiasi altro palcoscenico. Perché il teatro, quello vero, ti entra dentro.

E dopo due giorni di emozioni, il Festival ancora una volta avrebbe riaperto il teatro a oltre un centinaio di musicisti e di artisti per dare vita ad un nuovo concerto, ad una nuova serata dedicata alla musica e alla beneficenza. Quest’anno si sarebbe parlato di rispetto e di responsabilità, quale tema più attuale in questo momento dove per uscire da questa situazione così difficile è necessario davvero tanto rispetto nei confronti degli altri e altrettanta responsabilità verso tutto e tutti.

Il Festival era pronto a riempire l’aria della città di energia, di sorrisi, di carica, come solo i ragazzi sanno fare, e come solo lo staff del FATF sa fare… Un dramma enorme ci ha fermato, come ha fermato tantissime manifestazioni in città e non solo. È stato un mese di maggio strano, meno maggio del solito, ma siamo certi che i ragazzi ritroveranno l’energia e la voglia di tornare a scuola, di tornare a condividere emozioni, riflessioni ed esperienze, e di tornare a riempire il nostro teatro e la nostra città, insieme. E noi insieme a loro.

 

 

 

 

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