La Festa dell’Unità ritrovata (da me) e Piloni che non se ne frega (di cosa non si sa)

La Festa dell’Unità ritrovata (da me) e Piloni che non se ne frega (di cosa non si sa)

Mercoledì – venerdì, mercoledì – venerdì. Non si può dire che non sia metodico. Alla quarta serata alla Festa dell’Unità di Ombrianello finalmente si svela il mistero Matteo Piloni, o meglio, non si sa dove cazzo fosse sempre… ma l’ultimo venerdì lo si vede. Fa delle foto in giro, tre ve le proponiamo, andando in giro tutto figo con una maglietta con scritto Io non me ne frego e con i capelli ingellati che manco in Grease John Travolta. Lo fotografo nella sala dibattiti, sorride e si mette in posa.

Niente giro in Birroteca per questo venerdì. C’è la seconda serata a pagamento. Sarebbero solo 5 euro ma non mi va di cacciarli per stare 5 minuti a fare tre foto. Di conseguenza non intercetto in giro manco i ragazzi della Birroteca (fu rock) che ieri sera proponevano un duo italiano che scimmiotta un po’ i Daft Punk. Musicalmente non va meglio allo spazio Prince Tower’s. Sento distrattamente una decina di pezzi di Ambramarie ad un tavolo con la solita compagnnia scalcagnata che adoro, menzione speciale per Teo che compiva gli anni. Dicevo di Ambramarie, propone le stesse cover da sempre, almeno mi sembra. Canticchio Somebody to love, un vecchio successo degli Ace of base rockizzato e poi scivolo all‘enoteca del Maestro.

Due Satin e un Sauvignon. Dopo la bottiglia di vino della casa simil Frascati de le Garzide, accompagnato ad un ottima cena e da un bell’accompagnamento di pianoforte e voce con pezzi di Capossela, Conte, Daniele...Insomma poi tanto devo tornare in bicicletta chi se ne frega. Arrivano anche un paio di bruschettine con la pancetta, strabuona e una la scrocco al tavolo di Agostino Alloni, poco più in la fa considerazioni sulle polemiche festaiole di sti giorni con due amici. Passa anche Marco Bonadeni a fare qualche considerazione sul Fertilityday che mi fa ridere.

Per i feticisti del vinile la quarta sortita alla festa mi ha fruttato “solo” una copia di Benefit dei Jhetro Tull, vedremo lunedì alla chiusura. Per allora saranno per me 5 serate su 14 più di un terzo. Non è il 100 per cento degli scorsi anni, ma neppure le 2 degli ultimi due. Sto migliorando, o forse ho ritrovato qualche angolo che mi piace a questa festa che muta e mostra sempre una faccia diversa? Può essere. Di sicuro sono gli amici, il buon cibo, i dischi.

Un giro allo spazio della mostra fotografica del Fotoclub Ombriano, vedo tra le altre le foto di Donata Ricci che ho bidonato per la serata Waterface, dopo averne seguito i comunicati stampa locali e dopo aver promesso che passavo una mezz’ora per delle foto, alla fine una cena con G e la serata alla festa hanno vinto, buon segno per quanto si diceva prima. Andando via incrocio Cinzia Fontana reduce dall’aver condotto il dibattito, interessante, sulla legge sul dopo di noi e i disabili. Le confesso che ne ho segiti pochi minuti ma che dovrò scrivere un pezzo. Invece di mandarmi a cagare ride. Meno mal.

Tra parentesi durante il dibattito ho anche scambiato due parole con Dino Enne del Paniere su quanto sia antipatica una persona, e mi sono portato in prima fila per dare un bacio alla amica Flavia Cappelletti dell’associazione Il Filo di Flavia, invece che beccare la guancia gliel’ho dato su un orecchio. Scusa Fla.

Emanuele Mandelli

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