Metti che… lasciamo perdere la grammatica

Metti che sei insieme ai genitori al pranzo liturgico in casa di parenti oppure di vicini. Metti che a un bel momento ti scappa la pipì. Fino a cinque, sei anni, t’è concesso di trasgredire le buone maniere e dunque ti rivolgi al primo che passa di lì e gli spieghi il problema. Ti sarà sicuramente risposto” “O povero caro, vieni, ti accompagno. Ecco quello è lo stanzino da bagno.” Questo, naturalmente, nelle case come si deve, perché io ci sono stato quando sono diventato grande.

In quelle di ringhiera, invece, non devi neppure segnalare il problema, tanto lo sai che il cesso è là in fondo, vicino alle scale,  e ricordati di tirare la corda.

Metti che la pipì ci scappa anche alla Pierina la quale ti dice che, comunque, tocca prima a lei e metti anche che t’azzardi a chiedere perché?

Mi è venuta prima a me.

E come fai a saperlo?

Perché ti ho visto che ti stavi mettendo le mani in mezzo alle gambe e allora mi sono accorta che anche a me mi scappava la pipì.

Ma se stavi là seduta a “puciare” il panettone nello zabaione col marsala!

Cosa c’entra. E poi lo sanno tutti che lo zabaione col marsala  fa scappare la pipì. Oh, non stare a menarla, la faccio prima io.

Occupato.

E adesso?

Facciamo pari o dispari, chi perde va al piano di sopra. Bim bum bam.

Pierina, occupato!

Proviamo al piano di sotto, perché qui lo zio Piero sta facendo fuori un chilo e mezzo di lenticchie con lo zampone.

Beppe Cerutti

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