Il fuoco mistico, Lisy Stefanoni racconta la metamorfosi degli Evenoire

Il fuoco mistico, Lisy Stefanoni racconta la metamorfosi degli Evenoire

 

Un live esplosivo quello degli Evenoire che si è tenuto giovedì 24 aprile al Midian di Cremona di fronte ad un pubblico di più 150 persone. La band cremonese ha presentato in questo realese party il secondo album in studio Herons uscito la scorsa settimana. Ad aprire il concerto sono stati i Temperance, altra band del team Scarlet Records. La cantante Chiara Tricarico ha inoltre duettato con Lisy Stefanoni sul brano Tears of Medusa suscitando l’entusiasmo di tutti i fan presenti.

In questa occasione abbiamo intervistato la cantante, polistrumentista e autrice dei testi Lisy Stefanoni.

In Herons c’è una sorta di passaggio dalla fase alchemica dell’acqua a quella mistica del fuoco, hai pianificato dei veri e propri concept album sugli elementi?
In realtà non ho pianificato nulla, sono tematiche sorte spontaneamente; semplicemente mentre lavoravo a melodie e testi di “Vitriol” mi sono accorta che era l’acqua a ispirarmi e la cosa si è ripetuta col fuoco per questo secondo lavoro. Credo dipenda anche dallo stato d’animo che mi attraversa nel periodo della composizione. “Herons” è appunto incentrato su leggende del Nord Italia riguardanti creature demoniache ed il fuoco come elemento distruttivo ma anche di purificazione e legato ad energie fortemente positive. Il rosso è il nuovo colore. Io sono un’Ariete, il fuoco è l’elemento che mi guida e a questo proposito abbiamo inserito una bonus track nella versione digipack di “Herons”, un brano riarrangiato del nostro primo EP, intitolato appunto Aries.

Dalla “merla” agli aironi, cosa ci racconti sul questo brano che dà il titolo all’album?

L’airone è per noi un animale magico, affascinante, evocativo: ne vediamo spesso qui in campagna, vicino a fossi e fiumi e ormai è diventato un uccello tipico delle nostre pianure. E’ quieto, composto e sembra che come un guardiano vegli sullo scorrere delle nostre vite, senza che nulla possa turbarlo. Fin dall’antichità, per popolazioni come Egizi e Greci era un animale sacro, simbolo di potere e di prosperità e il suo volo simboleggiava la rinascita del sole. Un mito egizio della creazione narra addirittura che il Bennu, creatura sacra rappresentata in forma di airone, fosse nato dal fuoco che ardeva sulla collina sacra di Eliopolis e fosse il primo essere ad essere sorto dal caos primordiale.

Miti e leggende vi ispirano nella vostra musica su quale tracce ti sei mossa stavolta?

SONY DSCSi parla sempre di leggende del Nord Italia, storie del folklore quasi scomparse che amiamo riportare in luce. Stavolta sono appunto esseri infernali e creature legate al fuoco a fare da protagonisti nei nostri testi. In When The Sun Sets ad esempio si parla dei draghi che secondo alcune leggende ancora esisterebbero nel Lago di Garda; in D evil’s Signs di una leggenda delle valli bergamasche, dove è possibile trovare le impronte del diavolo; in Drops Of Amber della caduta nel fiume Po di Fetonte, il figlio del Sole, nei pressi di Crespino, in provincia di Rovigo. C’è poi Love Enslaves che riguarda la battaglia sanguinaria che avvenne presso il Lago di Tovel in Trentino, le cui acque fino a qualche anno fa si coloravano di rosso a causa di un’alga, ma per la leggenda a causa del sangue versato in quell’occasione dalla regina Tresenga e dal suo popolo. In Lady Of The Game si parla della creatura femminile tipica delle valli bresciane, “la “Signora del Gioco”, una sorta di divinità pagana che presiedeva i Sabba delle streghe; poi c’è il mito di Medusa, una delle tre Gorgoni, creatura demoniaca il cui sguardo portava alla morte. Una tradizione legata proprio alle nostre zone è quella presa in considerazione in The Newborn Spring, dove si parla del tradizionale falò di fine Carnevale che si tiene a Pescarolo, in provincia di Cremona: si dice che camminando tre volte intorno al fuoco con il proprio amore, ci si leghi a lui per sempre.

L’evoluzione in questo album è anche dal punto di vista musicale, il sound si preannuncia un po’ più aggressivo…

Esattamente, il sound è più maturo, più graffiante, il mio cantato è più aggressivo, a tratti ruvido. E’ naturale evolvere, anche se è sempre riconoscibile il nostro particolare suono che raccoglie atmosfere sinfoniche, parti prog, melodie folkeggianti con l’uso del flauto traverso, momenti acustici e influenze orientaleggianti. Le chitarre soprattutto hanno guadagnato in potenza, grazie alla partecipazione anche in studio del nostro secondo chitarrista Toshiro Brunelli, che è entrato nella band dopo le registrazioni di Vitriol e non aveva quindi partecipato al primo disco: ci sono più assoli e riff incalzanti, una base musicale davvero massiccia.

Quanti live ci sono stati per Vitriol e quanti ne avete in previsione per Herons? Vi spingerete ancora oltre i confini italiani?

Per Vitriol una trentina, sembrano pochi ma non è facile in questo genere e in un Paese come l’Italia che lascia spazio soprattutto a tributi e cover band. Con questo secondo album si punta più in alto, all’estero: il 19 ottobre saremo al festival più importante al mondo nel nostro genere, il Metal Female Voices Fest in Belgio, insieme alle band metal con voce femminile più importanti. In Italia da qui a fine estate abbiamo una decina di live, in particolare il 31 maggio saremo al Pegorock di Pegognaga (MN) insieme ai grandi Leaves’ Eyes capeggiati da Liv Kristine, il 3 maggio allo Strigarium di Pisogne, sul lago d’Iseo, il 9 maggio al Keller di Bergamo, e il 22 agosto headliner all’Isol

a Rock vicino a Verona.

In dicembre sei stata coinvolta nel tour Europeo dei torinesi Sound Storm, insieme a Therion e Arkona, puoi raccontarci qualcosa di questa esperienza?

Io ed i torinesi Sound Storm ci siamo conosciuti a dicembre 2012, quando sia loro che i miei Evenoire abbiamo aperto il concerto degli Haggard, al Fillmore di Cortemaggiore (PC). A novembre ho ricevuto una telefonata dal chitarrista Valerio Sbriglione, la loro cantante aveva lasciato la band e avevano bisogno di una voce femminile per il tour: ho accettato al volo naturalmente, un’occasione così non capita tutti i giorni. I Therion tra l’altro sono una delle mie band preferite. E’ stato incredibile, 15 date nei club migliori d’Europa insieme a splendide persone, con le quali ho condiviso un’esperienza indimenticabile: emozioni, risate, confidenze, è stato come far parte di una seconda grande famiglia per quasi un mese intero. E poi girare l’Europa su un vero tourbus, riuscire a visitare qualcuna delle città in cui abbiamo suonato (come Londra, Parigi, Budapest, Vienna, Varsavia ecc) è stato splendido. Naturalmente chi non ci era mai stato si è innamorato di Londra, dove abbiamo suonato alla famosa O2 Academy Islington: nel pomeriggio ci siamo persi per Camden Town, non volevamo più andarcene! In Olanda abbiamo invece suonato all’Eindhoven Metal Meeting, un festival indoor grandissimo, dove è stato divertente incontrare i colleghi italiani Elvenking e scambiare due chiacchiere.

Lisy Stefanoni duetta con Chiara Tricarico dei Temperance

E poi naturalmente come dimenticare le chiacchierate notturne con gli Arkona, col loro inglese rudimentale misto russo, i backstage condivisi coi Therion, il nostro divertentissimo tourmanager che senza dirci nulla la notte che dovevamo prendere il tunnel della Manica, nel cuore del sonno ci ha buttato giù dal tourbus urlando all’altoparlante “Wake up everybody”. Di aneddoti ce ne sono talmente tanti che non basterebbe una giornata per raccontarli tutti! Il pubblico migliore sicuramente quello polacco, ma non dimentichiamo il sold out a Parigi e il calorosissimo pubblico londinese! Un po’ più freddi i tedeschi, ma è una cosa abbastanza risaputa. Comunque è stata un’esperienza che mi ha insegnato moltissimo dal punto di vista professionale e che spero di ripetere presto magari con la mia band.
Hai mai pensato di scrivere testi in italiano? Lo hai mai fatto oppure lo vorresti fare in futuro?
Guarda a volte ci ho provato, ma proprio non mi riesce! Non lo so, l’inglese è più musicale, mi ispira di più. Non escludo nulla, ma per il momento continuerò a scrivere in inglese, poi chi lo sa, un giorno potrei decidere magari per un progetto solista nella mia lingua. Si vedrà in futuro!

Silvia -Slyd- De Donno

 

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