Quando il pallone si giocava in piazza Duomo

Quando il pallone si giocava in piazza Duomo

Rinviato dal 16 settembre a causa del maltempo, data che coincideva col 16 settembre del 1449 nella quale Sigismondo Malatesta consegnava la città di Crema alla Serenissima, ha avuto luogo sabato 8 con inizio alle ore 16, nella piazza del Duomo il Giuco del pallone, secondo le modalità rinascimentali. Sulla base dei testi di Giambattista Terni, Sforza Benvenuti, Riccardo Truffi e del contemporaneo Mario Perolini, considerato che all’epoca il giuco del pallone era praticato dai nobili, i rappresentanti della famiglia Benzoni, Benvenuti, Marazzi, Terni, Vimercati e Zurla (tutte di parte guelfa) vestiti con i costumi della casata, si sono fronteggiati a tirar calci al pallone, anch’esso ricostruito come l’originale.

La partita, in due tempi di 15 minuti ciascuno, è finita pari ed il palio è stato equamente attribuito alle due squadre. Tutto il pomeriggio è stato allietato da musiche di sottofondo, anch’esse rinascimentali, proposte dal Gruppo El Carro e dal prof. Claudio De Micheli che ha anche fatto mostra di alcuni esemplari di antichi strumenti musicali. Il Giuco del pallone risalente al 25°mo secolo avanti cristo in Cina passato poi dal Giappone in Grecia, a Roma, alle Corti Fiorentine e riscoperto come fenomeno di massa nell’800, è stato sintetizzato da Luca Mariucci, che diplomatosi quest’anno al Liceo Classico Setti Carraro di Milano, ha presentato e discusso proprio una tesina sulla storia del calcio.

I ragazzi dell’Alba Crema, sotto il vigile sguardo dei dirigenti della società, hanno rappresentato le nobili famiglie cremasche sul campo di calcio. L’iniziativa che si inserisce nelle manifestazioni di Crema, Città europea dello sport, è stata proposta dal Gruppo Pagine di Storia Cremasca ed è stata patrocinata dalla Amministrazione comunale. Il Sindaco, Stefania Bonaldi, nel dare un simbolico calcio d’inizio, ha espresso vivo compiacimento ed apprezzamento, sottolineando il valore di una riproposizione di vicende storiche spesso ignote o dimenticate.

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