Referendum trivelle: voto si, voto no, voto boh… e se votassi viva la figa?

Referendum trivelle: voto si, voto no, voto boh… e se votassi viva la figa?

La vignetta di Altan sulla prima pagina di La Repubblica di stamattina mostra il classico omino del vignettista davanti ad un urna che si chiede: voto testa o voto croce? Ecco esprime abbastanza la mia posizione a 48 ore dal referendum più astruso che mi sia capitato di affrontare. Non so se andrò e se andrò non so cosa voterò: si o no?

Non che non abbia letto e non mi sia informato sulle ragioni di una o dell’altra posizione. Gli ambientalisti, si sa, sono ambientalisti per definizione. Come i vegani. Ecco così si incazzano due categorie, che in parte si sovrappongano. Chi se ne frega. Ma l’ambiente, insomma. Il mare il turismo. Detto che i nostri non sono giacimenti di petrolio ma di gas e che di incidenti non ce ne sono mai stati. Ma c’è sempre una prima volta.

Già. Allora via. Fermiamoli, detto che anche se vincesse il si l’ultima delle trivelle delle 25 concessioni in oggetto si fermerà nel 2034, sapendo quanto fotte in media dei risultati referendari in Italia (vedi quello sull’acqua pubblica), probabilmente se non saremo già del tutto sulle rinnovabili entro il 2034 qualcosa si inventerà.

Già. E gli 11 mila posti di lavoro? Sono circa 11 mila le persone che lavorano attorno alle 25 concessioni. Che facciamo? Li mandiamo a fare i pannelli solari? E l’indipendenza energetica? Boh. Forse sono più per il no che per il si. Ma mi girano un po’ le palle che Renzi e Napolitano invitino a non andare a votare. Ma come il voto non era un dovere del cittadino? Allora per fare dispetto ci vado e voto scheda bianca, anzi scrivo viva la figa sulla scheda.

Emanuele Mandelli

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