Nella conferenza stampa di chiusura del Festival di domenica mattina Amadeus ha ribadito la sua intenzione di chiudere qua il ciclo di 5 conduzioni e direzioni artistiche di fila del festival di Sanremo, ammollando una bella patata bollente al suo successore, che ancora all’orizzonte non si profila. Con 5 anni di successi, un’ultima serata con il 74 per cento di share (mai accaduto), decine di canzoni che in 5 anni sono diventate dei classici da radio, da Ciao Ciao e Dove si balla, da Musica Leggerissima a Fai Rumore. Senza contate il lancio dei Maneskin trionfatori nel 2021 e nel frattempo diventate star mondiali. La consacrazione di nuovi fenomeni che dominano in radio come: Coma_Cose, Fulminacci, Blanco, Tananai, Lazza, Madame, Elodie.

La reinvenzione di un format che il prossimo anno compie 75 anni ed è di fatto ormai l’unico fenomeno da tv generalista a richiamare davanti alla tv gli under 30 ormai abituati a fruire altri tipi di intrattenimento. Insomma un eredità difficilissima da raccogliere per chiunque arrivi. Tenendo conto che il festival vive di cicli fatti di picchi e cadute e che la Rai è in periodo di restaurazione il prossimo potrebbe essere un anno in stile 1975.

I nomi che si fanno per la successione sono tanti e variegati: Pino Insegno, Cattelan, Mengoni, Geppi Cucciari, Lorella Cuccarini, Gerry Scotti… Sarà sicuramente una successione tutta da seguire. Anche per i promessi cambiamenti sul sistema di televoto ventilati ieri “già un problema per il nuovo direttore artistico”, ha scherzato Amadeus. Staremo a vedere. Per intanto archiviamo il festival 2024, e questi 5 anni con tanta buona musica nelle nostre playlist. Apprezzata anche da chi Sanremo non l’ha mai filato. Un successo alla fine no?

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