Un 25 aprile di integrazione ma ricordando che i nostri padri cacciarono a calci in culo l’invasore straniero

Un 25 aprile di integrazione ma ricordando che i nostri padri cacciarono a calci in culo l’invasore straniero

Gaber, che uso spesso come segnaletica nei momenti di riflessione, diceva: “Qualcuno era comunista perché beveva il vino e si commuoveva alle feste popolari”. Ecco al pomeriggio del 25 aprile a Crema sono stato colpito da improvvisa emozione inaspettata all’esecuzione di Bella Ciao, fatta da Gio Bressanelli, Francesco Guerini e Paolo Simonetti e alcuni giovani musicisti cremaschi. E penso al sindaco di Corsico che ne ha vietato l’esecuzione alla banda cittadina.

Questo 2016 potrebbe anche essere l’ultimo anno in cui festeggiamo la Festa di Liberazione con la Costituzione scritta promulgata il 27 dicembre del 1947. Una delle costituzioni più avanzate al mondo. Lo ha ricordato anche il presidente dell’Anpi cremasco Paolo Balzari negli interventi mattutini al Famedio Cittadino. Famedio che è stato teatro dell’altro momento di emozione della giornata l’intervento inaspettato di Francesca Cechi Marazzi, che sostenuta dalla parlamentare Cinzia Fontana, più emozionata di lei, ha aperto il suo intervento con le parole della canzone Siamo i ribello della montagna. Lucida come sempre. Ve lo proponiamo integrale in video il suo intervento.

L’intervento del sindaco Stafania Bonaldi ha voluto, come gli scorsi anni, mettere un pesante accento sul tema dell’integrazione:

“Ciascuno deve sentirsi partigiano dei diritti delle persone, di qualsiasi provenienza e religione, già nella propria quotidianità, a partire da quando il compagno di classe viene deriso o il collega vessato. Bisogna coltivare una nuova solidarietà, dentro e fuori di noi, se non accadrà il nostro destino sarà segnato, precipiteremo in un tutti contro tutti per fermare il quale non basteranno mille 25 aprile”.

Ma tutto l’intervento si è mosso su questi binari.

Gia l’integrazione. Il giorno in cui Soresina balza agli onori della cronaca nazionale grazie ad un filmato pubblicato su Facebook che mostra una sorta di regolamento di conti notturno tra bande di immigrati. Lo riporta l’Inviato quotidiano.

Si mi emoziono ancora alle feste popolari, mi tolgo il cappello quando suona l’Inno nazionale, e mi viene la pelle d’oca sentendo Bella Ciao. Penso che si l’integrazione esiste, nel pomeriggio a suonare con Gio Bressanelli sul palco del Sant’Agostino è salito anche un giovane immigrato che ha cantato una canzone della sua terra, è uno di quelli del corso di musica di Salvirola. Penso anche che il sindaco dice che dobbiamo essere partigiani dei diritti delle persone e va bene, ma ricordo anche che i partigiani cacciarono a calci nel culo i tedeschi che erano venuti nel nostro paese a fare il bello e il cattivo tempo.

Detto questo, e dopo questa dose di realismo, buon 25 aprile a tutti. La festa della liberazione appunto, da una invasione straniera che i nostri padri non gradirono affatto, e in fondo l’ha ricordato anche il sindaco che poco prima aveva detto:

“I tedeschi, in quella primavera del 1945, non se ne andarono di loro spontanea volontà, se ne andarono sotto la spinta dell’insurrezione partigiana, cacciati da una pluralità di italiane e di italiani che non sopportavano di essere sottomessi al fascismo e piuttosto preferivano morire”.

Emanuele Mandelli

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