Opere dalla collezione Stramezzi al Museo Civico di Crema e del Cremasco

Opere dalla collezione Stramezzi al Museo Civico di Crema e del Cremasco

Recentemente, con la collaborazione e il pieno appoggio della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e paesaggio per le province di Cremona, Lodi e Mantova, l’Amministrazione Comunale ha risposto prontamente alla proposta degli Eredi della dottoressa Marina Stramezzi, acquisendo fra il 27 ed il 28 dicembre 2021 le opere della famosa collezione Stramezzi ancora presenti e conservate presso la villa Perletta in Crema, quartiere di San Bartolomeo ai Morti.

L’acquisizione di 61 dipinti, molti dei quali di notevole valore storico artistico, è stata resa possibile dal generoso gesto degli Eredi che hanno inteso condividere con la Comunità queste opere attraverso un comodato gratuito.

L’intenzione è valorizzare la collezione come merita e dare risalto alla figura di Paolo Stramezzi che, già negli anni Sessanta del Novecento, aveva donato al Museo una notevole serie di opere, soprattutto di interesse cremasco, che costituiscono il nucleo principale della sezione dedicata all’Otto e Novecento.

Della sessantina di opere recentemente depositate, straordinaria rilevanza assumono una tavola di Vincenzo Foppa, la copia Seicentesca di una tavola di Leonardo da Vinci, una veduta di Firenze attribuita a Turner e diverse tele di pittori Macchiaioli.

Le opere ricevute dagli Eredi di Marina Stramezzi ed ora messe a disposizione del Museo Civico in comodato gratuito, permettono di avere un’idea dell’importanza e del pregio di questa straordinaria raccolta cremasca.

Nei prossimi mesi, attraverso un’esposizione temporanea curata dal Museo, la collezione verrà presentata alla Comunità.

Il passo seguente sarà quello di effettuare una selezione di tavole e tele della collezione da inserire nell’esposizione permanente del Museo, garantendone così la pubblica fruizione in modo continuativo e attivando collaborazioni con Istituti Universitari e di Ricerca al fine di avviare un’indagine conoscitiva e di approfondimento per la ricostruzione della storia della collezione.

 

La Sindaca di Crema Stefania Bonaldi nel condividere la notizia dell’acquisizione di opere che facevano parte di una collezione leggendaria, sottolinea che è un momento di grande importanza ed orgoglio per il Museo civico di Crema accogliere queste opere e poter avviare un percorso significativo si studio e ricerca per valorizzare tanto la collezione ricevuta, quanto la figura di Paolo Stramezzi. Un ringraziamento agli Eredi di Marina Stramezzi che hanno colto lo spirito che aveva animato il collezionista e hanno voluto condividere con la cittadinanza la possibilità di godere delle opere d’arte attraverso l’opera di valorizzazione del nostro Museo. Gli eredi hanno sentito il dovere etico di condividere il bello e l’importanza delle opere, loro lasciate in eredità da Marina Stramezzi, e l’Amministrazione lavorerà per promuovere la collezione farla conoscere ai cremaschi quanto prima.

 

Il Soprintendente Gabriele Barucca ricorda di aver approfondito la figura di Paolo Stramezzi in occasione della cessione degli strappi d’affresco del Barbelli al Comune di Casaletto Vaprio e sottolinea che l’entusiamo e la passione per l’arte che ha spinto Paolo Stramezzi a raccogliere opere artistiche per rispondere alla propria passione, non al desiderio di guadagno, li ho ritrovati negli Eredi della Signora Marina Stramezzi. Gli Eredi, mi hanno colpito per quel desiderio tangibile ed evidente di volere riconsegnare alla comunità le opere ricevute e voler renderele al godimento pubblico.

 

Secondo lo Storico dell’arte Filippo Piazza la frizione delle opere rappresenta il primo tassello per riappropriarci di una identità collettiva, in questo caso cremasca. La figura di Paolo Stramezzi travalica i confini cremaschi e al sua fama gli ha permesso di entrare in contatto con realtà nazionali ed internazionali . Ricostruire questa storia, la storia della collezione sarà fondamentale ed una sfida entusiasmante che la Soprintendenza è pronta a sostenere e promuovere. Attraverso lo studio e la ricerca le opere potranno essere inserite nel contesto della collezione permanente di una istituzione affermata come il Museo civico di Crema.

 

Per l’Assessora Emanuela Nichetti questa acquisizione è un tappa importantissima. Rendere queste opere pubbliche grazie al nostro Museo è per noi motivo di orgoglio. La nostra idea è quella di realizzare una prima mostra di presentazione che apriremo il 23 aprile: sarà un momento importante per la comunità che darà il via alla stagione di studio e approfondimento che queste opere meritano prima di trovare la propria collocazione definitiva in museo.

 

In riferimento alla volontà di valorizzare la collezione individuando il Museo di Crema come interlocutore per dar corpo a questo progetto, gli Eredi sottolineano che la tutela delle opere appartenenti alla collezione di Paolo Stramezzi, custodite nella casa in cui la collezione era nata e aveva preso forma, è stato l’impegno che ha orientato la vita della nuora di Paolo, Luciana Giarda Stramezzi e di sua figlia Marina. Il fatto che la casa negli ultimi anni non sia stata più luogo di residenza abituale e l’integrità del complesso di opere sia in parte stata intaccata, non cambia ai nostri occhi di eredi testamentari di Marina, scomparsa da pochi mesi, il significato profondo di quell’impegno e del lascito ricevuto. Abbiamo individuato quindi nella fruizione e tutela pubblica una via per valorizzare il respiro del progetto culturale iniziato da Paolo. Le opere giunte a noi, infatti, raccontano una pagina rilevante della storia dell’arte e del collezionismo, non solo della nostra Città, ma del Paese. Ringraziamo il Comune, il Museo Civico e la Soprintendenza, primi e naturali interlocutori, in cui abbiamo trovato l’attenzione e la disponibilità indispensabili. Speriamo così di contribuire nei prossimi anni a stimolare l’interesse per l’Arte e la passione per il Bello.

 

Francesca Moruzzi ricorda infine che il Museo di Crema ospita dal momento della sua fondazione negli anni Sessanta del novecento una raccolta donata dal medesimo Paolo Stramezzi: questo momento, afferma, cerca di chiudere il cerchio. Da oggi le opere dalla collezione acquisita saranno oggetto di interventi di manutenzione, pulitura e consolidamento; andranno poi in mostra in primavera.. E’ un momento importante ed è una grande emozione lavorare a questa operazione culturale; riempie di orgoglio inoltre, essere stati scelti dagli Eredi, fra altre istituzioni museali, anche più importanti.

 

 

 

 

La figura di Paolo Stramezzi

Paolo Stramezzi (Moscazzano, 9 gennaio 1884 – Cannes, 7 marzo 1968) è stato senza dubbio una delle figure di maggior rilievo nella storia di Crema e del Cremasco per larga parte del Novecento, sia sul fronte socio – economico che su quello storico – artistico.

Benché laureato in Agraria, non esitò a dedicarsi al mondo dell’industria fondando nel 1913, con i conti Fortunato e Girolamo Marazzi, la Ferriera di Crema P. Stramezzi & C. che nel corso di più di cinquant’anni di attività diede opportunità di lavoro a molti cremaschi e non solo.

Paolo Stramezzi fu anche un fine amante e conoscitore dell’arte, mecenate e grande collezionista. Si racconta che tra le mura della Perletta, la villa di famiglia, siano transitate nel corso degli anni più di mille opere d’arte.

Le competenze maturate con il suo lavoro imprenditoriale, l’occasione di uscire spesso dai confini provinciali e la cospicua disponibilità economica hanno dato a Paolo Stramezzi la possibilità di costituire una vastissima collezione, la cui notorietà, per ricchezza e varietà, ha ben presto travalicato i confini cremaschi e lombardi avendo un’eco a livello internazionale.

Alla base di questa consistente raccolta privata stanno anni di fitti rapporti intessuti spesso direttamente con gli artisti, come pure con i galleristi e gli esperti d’arte dai quali Paolo Stramezzi seppe sempre farsi ben consigliare.

Il gusto personale del collezionista cremasco era rivolto soprattutto alla pittura ottocentesca: è noto che Stramezzi fu il maggior collezionista di pittori Macchiaioli.

Opere da lui possedute nel tempo, sono approdate in parte nelle case di altri privati collezionisti e in parte sulle pareti di noti musei nazionali e internazionali.

 

 

Una panoramica delle opere

Il bresciano Vincenzo Foppa, il padre della pittura rinascimentale lombarda (Brescia, 1427/30 – 1515/16) è autore di una raffinata raffigurazione dell’Annunciazione accompagnata dalla inusuale figura di San Girolamo penitente, collocabile cronologicamente entro l’ultimo quarto del XV secolo.

Di grande interesse anche è una copia seicentesca, di pittore ignoto, della conosciutissima tavola di Leonardo da Vinci rappresentante Sant’Anna, la Vergine e il Bambino con l’agnellino (Sant’Anna Metterza) conservata presso il Louvre.

Sempre nell’ambito del Seicento si segnalano alcuni dipinti fiamminghi, tra cui due piccoli ritratti di David Teniers il Giovane (Anversa, 15 dicembre 1610 – Bruxelles, 25 aprile 1690), cognato del famoso Jan Brueghel il Giovane.

Un nucleo cospicuo delle opere depositate appartiene all’Ottocento, come detto, il periodo prediletto da Paolo Stramezzi.

Va segnalata una Veduta di Firenze attribuita all’inglese Joseph Mallord William Turner (Londra, 23 aprile 1775 – Chelsea, 19 dicembre 1851) e gli amati pittori Macchiaioli con due opere di Giovanni Fattori (Livorno, 6 settembre 1825 – Firenze, 30 agosto 1908), una di Giuseppe Abbati (Napoli, 13 gennaio 1836 – Firenze, 21 febbraio 1868) e ben sei di Raffaello Sernesi (Firenze, 29 dicembre 1838 – Bolzano, 9 agosto 1866). Non mancano per il XIX secolo anche opere di cremaschi come il pittore Angelo Bacchetta (Crema, 12 marzo 1841 – Crema, 12 novembre 1920) con un grande Ritratto di Giuseppe Maria Perletti, il costruttore di villa La Perletta.

All’inizio del XX secolo appartiene l’Autoritratto con la figlia Marion del noto pittore ritrattista bavarese Franz Von Lenbach (Schrobenhausen, 13 dicembre 1836 – Monaco di Baviera, 6 maggio 1904). Numerose poi le tele novecentesche di pittori che Paolo Stramezzi, assiduo frequentatore delle più famose esposizioni e rassegne nazionali, ebbe modo di apprezzare e acquistare. Fra queste si segnalano: Casale di campagna di Francesco Sartorelli (Cornuda TV, 14 settembre 1856 – Udine, 8 aprile 1939); Lettrice nello studio di Guido Cinotti (Siena, 29 dicembre 1870 – Milano, 18 gennaio 1932); Cattedrale di Notre-Dame e Uliveto di Giovanni Malesci (Vicchio FI, 13 settembre 1884 – Milano, 12 settembre 1969); Autoritratto di Arturo Rietti (Trieste, 3 marzo 1863 – Fontaniva PD, 6 febbraio 1943); Parigi di Gianni Colognese (Milano, 1901 – Lugano, 1994); Ritratto di fanciulla di Giovanni Brancaccio (Pozzuoli, 1903 – Napoli, 12 febbraio 1975); Paesaggio di Ugo Rebasti (Broni PV, 1907 – 1972); Crocifissione con Papa Giovanni XXIII di Giacomo Manzù (Bergamo, 22 dicembre 1908 – Aprilia, 17 gennaio 1991); Prati a Vipiteno di Donatella Pinto (Bari, 1908 – Milano, 1963); Paesaggio autunnale di Salvatore Tosi (Castelfranco Veneto TV, 1911 – Padova, 1958); Il Serio di Gianetto Biondini (Crema, 21 febbraio 1920 – 21 settembre 1981). da ultimo, segnaliamo anche una grande tela eseguita nel 1936 dal pittore Luigi Brignoli (Palosco, 18 aprile 1881 – Bergamo, 1952) in cui è rappresentato a figura intera proprio il creatore di questa immensa collezione.

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